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Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria

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3 3 8 A r p a U m b r i a 2 0 1 2<br />

mazioni ricavate evidenziano l’importanza<br />

<strong>del</strong>l’analisi dei dati storici e degli<br />

archivi sedimentari a fini previsionali<br />

e gestionali <strong>del</strong> lago <strong>Trasimeno</strong>, nello<br />

scenario dei cambiamenti climatici in<br />

atto.<br />

Introduzione<br />

I sistemi acquatici poco profondi sono<br />

diffusi in gran parte <strong>del</strong>le regioni ecoclimatiche<br />

terrestri. Essi rappresentano<br />

spesso hot spot regionali di biodiversità<br />

e sono oggetto di politiche di conservazione.<br />

I cambiamenti climatici possono<br />

produrre significativi impatti su<br />

questi ecosistemi, poiché il loro regime<br />

termico, idrologico e idrochimico<br />

è estremamente sensibile alle variazioni<br />

meteo-climatiche. Numerosi ecosistemi<br />

shallow-waters stanno evidenziando, negli<br />

ultimi decenni, problemi riconducibili<br />

ai cambiamenti climatici, con particolare<br />

riferimento a fenomeni di disseccamento,<br />

riscaldamento, salinizzazione e<br />

deterioramento <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>l’acqua<br />

(Bates et al. 2008), spesso amplificati<br />

da pratiche di sfruttamento <strong>del</strong>la risorsa<br />

idrica e da inquinamento chimico.<br />

L’impatto <strong>del</strong> disseccamento è particolarmente<br />

severo in Africa centrale (<strong>Lago</strong><br />

Chad e <strong>Lago</strong> Tonga – UNEP, 2006),<br />

Europa sud-orientale (<strong>Lago</strong> Balaton e<br />

<strong>Lago</strong> Velence - Wantzen et al. 2008) e<br />

Australia sud-orientale (<strong>Lago</strong> George<br />

- Beeton et al. 2006), dove il rischio di<br />

siccità è ritenuto i più elevato a livello<br />

planetario (Bates et al. 2008).<br />

Gli effetti <strong>del</strong> disseccamento sulla<br />

qualità <strong>del</strong>l’acqua sono attesi amplificarsi<br />

rapidamente al raggiungimento<br />

di condizioni evaporative (apporti da<br />

bacino inferiori alle perdite evapo-traspirative),<br />

che inducono riduzioni di<br />

livello e accumulo di sali e nutrienti. In<br />

sistemi lacustri poco profondi, la riduzione<br />

<strong>del</strong> livello idrico è generalmente<br />

accompagnata dall’incremento <strong>del</strong>la<br />

torbidità <strong>del</strong>l’acqua (Scheffer, 1998),<br />

dalla riduzione dei livelli di ossigeno<br />

disciolto, dall’innalzamento <strong>del</strong> rischio<br />

di fioriture di alghe verdi e azzurre tossiche<br />

e, conseguentemente, <strong>del</strong>lo stress<br />

sulla fauna acquatica (Colley, 2004). Il<br />

progressivo disseccamento produce gli<br />

impatti più severi sulla fauna e sulla flora<br />

bentonica <strong>del</strong>l’ampia fascia litoranea<br />

che spesso caratterizza sistemi acquatici<br />

poco profondi, come è stato evidenziato<br />

per specie di molluschi (Balogh et al.,<br />

2008) e macrofite acquatiche (Furey et<br />

al., 2006). Una recente analisi di carote<br />

sedimentarie <strong>del</strong> lago <strong>Trasimeno</strong> (Gaino<br />

et al., 2009) ha, in particolare, messo<br />

in evidenza il declino <strong>del</strong>la popolazione<br />

di spugne e la significativa correlazione<br />

<strong>del</strong>l’abbondanza dei resti spongini con i<br />

livelli idrometrici lacustri.<br />

La stretta dipendenza <strong>del</strong> bilancio<br />

idrico <strong>del</strong> lago <strong>Trasimeno</strong> dalle condizioni<br />

meteorologiche ha causato eventi<br />

drammatici di piena e di secca nel corso<br />

dei secoli, inducendo interventi di<br />

regimentazione sin dall’epoca etrusca<br />

e romana (Dragoni, 2004; Gambini,<br />

1995). La ristrutturazione <strong>del</strong>l’emissario<br />

artificiale di S.Savino, completata<br />

alla fine <strong>del</strong> 19° secolo, ha innescato<br />

un progressivo abbassamento dei livelli<br />

idrometrici lacustri, cui contribuirono<br />

successivi abbassamenti <strong>del</strong>la soglia di<br />

sfioro, fino alla drammatica crisi degli<br />

anni ’50 (fig.1). L’ampliamento <strong>del</strong><br />

bacino effettuato in quegli anni permise<br />

un rapido recupero, ma il “problema<br />

<strong>Trasimeno</strong>”, al momento consistente<br />

in una fase di bassi livelli idrometrici,<br />

rimane ancora irrisolto, dal momento<br />

che gli interventi e le norme restrittive<br />

sull’uso <strong>del</strong>la risorsa idrica introdotte<br />

risultano inefficaci nella quadro dei<br />

cambiamenti climatici in atto (Dragoni<br />

et al., 2003).<br />

Il presente lavoro illustra i risultati<br />

<strong>del</strong>l’analisi di serie meteorologiche e

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