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Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria

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1 . S t a t o d e l l e c o n o s c e n z e<br />

5 1<br />

chimiche potesse influenzare le comunità<br />

planctoniche. La bassa pressione di<br />

grazing, legata alla scarsa presenza di consumatori<br />

primari (14-26% di biomassa<br />

rispetto ai produttori primari), portava<br />

a concludere nuovamente che il lago<br />

manifestava chiari segni di eutrofia. Il<br />

fenomeno veniva collegato alla presenza<br />

di notevoli quantità di detrito organico<br />

in sospensione, che, inevitabilmente,<br />

favoriva lo sviluppo di planctonti detritivori<br />

a discapito dei fitofagi; per tale<br />

motivo il fitoplancton, non era soggetto<br />

ad un grazing significativo.<br />

Anche in questo caso, dunque, veniva<br />

segnalata una condizione di eutrofia,<br />

malgrado fossero state rilevate nell’acqua<br />

concentrazioni di fosforo insignificanti.<br />

Il fenomeno poteva essere attribuito<br />

alla elevata capacità <strong>del</strong>l’elemento<br />

di legarsi ai sedimenti; l’ossigenazione<br />

continua <strong>del</strong>l’interfaccia sedimento-acqua<br />

provocata dalle macrofite, inoltre,<br />

avrebbe contribuito al mancato rilascio<br />

<strong>del</strong> fosforo nella matrice acquosa.<br />

Secondo gli autori, quindi, la forte<br />

eutrofizzazione <strong>del</strong> lago potrebbe essere<br />

mascherata dal mancato ritrovamento di<br />

fosforo nelle acque, conclusione a cui è<br />

pervenuto anche Morozzi (1996) in uno<br />

studio dedicato al problema.<br />

A partire dal 1992, in seguito a<br />

direttive ministeriali, gli organi istituzionali<br />

iniziarono a controllare se le<br />

condizioni trofiche <strong>del</strong> lago <strong>Trasimeno</strong><br />

potessero favorire l’insorgenza di fioriture<br />

di cianobatteri potenzialmente<br />

produttori di sostanze tossiche e cancerogene.<br />

Il riscontro di blooms di cianofite<br />

nel periodo tardo estivo e autunnale,<br />

portò all’attuazione di un programma<br />

di monitoraggio conforme alle linee<br />

guida <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>la Sanità (Piano<br />

di controllo <strong>del</strong>l’eutrofizzazione), che<br />

prevedevano il riconoscimento e il conteggio<br />

<strong>del</strong>le alghe azzurre e il rilevamento<br />

di clorofilla “a”, pigmento largamente<br />

presente nei cianobatteri ed utilizzato<br />

come indicatore <strong>del</strong>la loro presenza.<br />

Dai monitoraggi effettuati dal LESP<br />

e da Arpa <strong>Umbria</strong> nei mesi di agosto e/o<br />

settembre-ottobre sono state costantemente<br />

rilevate, in concomitanza con<br />

le fioriture di cianobatteri, concentrazioni<br />

di clorofilla “a” molto elevate, a<br />

conferma <strong>del</strong>la presenza di fioriture di<br />

cianobatteri.<br />

In quel periodo, a partire dalla fine<br />

degli anni ’90, si rilevava una consistente<br />

presenza di Cylindrospermopsis raciborskii.<br />

Altre specie presenti erano, e lo sono<br />

a tutt’oggi, Aphanizomenon spp., Microcystis<br />

aeruginosa, Leptolyngbia spp., Gleiterinema<br />

spp., Planktothrix agardhii, Anabaena circinalis,<br />

Anabaena spiroides, ecc (fig. 1).<br />

Anabaena sp.<br />

Aphanizomenon sp.<br />

Cylindrospermopsis raciborskii<br />

Fig. 1:<br />

Cianoficee potenzialmente produttrici di tossine

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