Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria
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5 . S a l v a g u a r d i a e r e c u p e r o a m b i e n t a l e<br />
2 6 7<br />
!<br />
L’osservazione di ambienti lacustri<br />
laminari ha consentito, finora, di verificare<br />
una variabilità di comportamenti<br />
da cui emerge che non esiste un singolo<br />
livello critico di passaggio allo stato limpido<br />
e viceversa, e che il cambio <strong>del</strong>le<br />
comunità biotiche lungo un gradiente<br />
di eutrofizzazione può avvenire con salti<br />
più o meno drastici verso stati di comunità<br />
contrastanti. Il mo<strong>del</strong>lo degli stati<br />
alternativi stabili è sicuramente valido<br />
su un piano più teorico, molti elementi<br />
sono chiari rispetto al ruolo che hanno<br />
sugli equilibri naturali, non mettendo<br />
in dubbio comunque la complessità<br />
degli ecosistemi lacustri laminari.<br />
torbidità<br />
torbidità<br />
con vegetazione<br />
siccità<br />
senza vegetazione<br />
nutrienti<br />
chiaro<br />
critica<br />
torbidità<br />
Fig. 9:<br />
!<br />
Stati alternativi stabili e stati “metastabili” (Da Scheffer<br />
et al., 1993 e Scheffer e Van Nes, 2007)<br />
Lo stato di acque limpide si caratterizza,<br />
oltre che per le macrofite,<br />
per la presenza di una comunità ittica<br />
diversificata e produttiva, per un ricco<br />
zooplancton.<br />
Lo stato di acque torbide è privo<br />
d’idrofite, produce dense popolazioni<br />
fitoplanctoniche ed una comunità<br />
ittica, spesso squilibrata, spostata verso<br />
specie detritivore. L’alterazione <strong>del</strong>le<br />
comunità ittiche è spesso dovuta anche a<br />
logiche gestionali e di difusione di specie<br />
alloctone.<br />
Sia lo stato torbido che quello limpido,<br />
sono stabilizzati o favoriti da un<br />
certo numero di ruoli ecologici <strong>del</strong>le<br />
componenti biotiche.<br />
Nello stato torbido la comunità ittica,<br />
in genere poco diversificata, favorisce la<br />
crescita <strong>del</strong> fitoplancton rimettendo in<br />
circolo i nutrienti e limitando lo sviluppo<br />
<strong>del</strong>lo zooplancton, a sua volta predato<br />
dalle varie specie ittiche allo stato giovanile<br />
e/o adulto (Lorenzoni e Ghetti,<br />
capitolo 15). La risospensione dei sedimenti,<br />
e il fitoplancton stesso limitano la<br />
penetrazione <strong>del</strong>la luce e rendono difficile<br />
il reinsediamento <strong>del</strong>le idrofite.<br />
Nello stato limpido, quando le idrofite<br />
sommerse sono abbondanti, possono<br />
divenire elemento fulcro <strong>del</strong> contenimento<br />
<strong>del</strong>la torbidità e dei nutrienti,<br />
per vari meccanismi, sottraendo spazio<br />
al fitoplancton e prevenendo la risospensione<br />
<strong>del</strong> sedimento.<br />
Ovviamente, per riequilibrare un<br />
lago quale il <strong>Trasimeno</strong>, sarebbe auspicabile<br />
che si trovasse una forte corrispondenza<br />
al mo<strong>del</strong>lo degli stati ecologici<br />
stabili, che garantirebbe il mantenimento<br />
“automatico”<strong>del</strong>l’equilibrio<br />
recuperato, una volta raggiunto.<br />
Ma la realtà è raramente semplice, ed<br />
è possibile che debba essere necessario<br />
un periodico sforzo (intervento antropico<br />
o crisi parossistica meteo-climatica)<br />
per risospingere il lago verso lo stato<br />
di acque limpide.<br />
Che sia presente uno stato metastabile<br />
o meno, che si debba superare<br />
una soglia ostacolo o un punto di non<br />
ritorno naturale, lo si potrà dire solo<br />
realizzando azioni che partano da questi<br />
presupposti.