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Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria

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1 . S t a t o d e l l e c o n o s c e n z e<br />

3 Bilancio idrico<br />

<strong>del</strong> lago <strong>Trasimeno</strong><br />

6 9<br />

Walter Dragoni<br />

Massimo Melillo<br />

Cecilia Giontella<br />

3.1 Introduzione<br />

Il <strong>Trasimeno</strong> è un lago privo di emissari<br />

naturali, oggi con superficie media<br />

di circa 122 km 2 e profondità massima<br />

attorno a 5,2 m. L’area <strong>del</strong> bacino<br />

imbrifero che drena nel lago è appena<br />

2,2 volte maggiore <strong>del</strong>l’area <strong>del</strong>lo specchio<br />

lacustre. Per questi motivi il <strong>Trasimeno</strong><br />

è caratterizzato da una marcata<br />

variabilità dei livelli e <strong>del</strong> volume d’acqua<br />

immagazzinato, strettamente legata<br />

alla variabilità <strong>del</strong>le precipitazioni: ciò<br />

costituisce da sempre un grave problema<br />

per le popolazioni rivierasche.<br />

In questa nota si cerca di riassumere,<br />

essenzialmente dal punto di vista<br />

idrologico-idrogeologico ed in maniera<br />

accessibile anche ai non specialisti, i<br />

problemi <strong>del</strong> lago <strong>Trasimeno</strong> e lo stato<br />

presente <strong>del</strong>le conoscenze, con particolare<br />

attenzione al bilancio idrico, al<br />

problema <strong>del</strong>le variazioni climatiche e<br />

alle recenti crisi idriche.<br />

Le ricerche qui riassunte sono state<br />

condotte nell’ambito <strong>del</strong>l’attività<br />

<strong>del</strong> Dipartimento di Scienze <strong>del</strong>la<br />

Terra e <strong>del</strong> Centro Interuniversitario<br />

per L’Ambiente (CIPLA), istituzioni<br />

entrambe <strong>del</strong>l’Università di Perugia.<br />

3.2 Variazioni climatiche,<br />

attività antropica e assetto<br />

<strong>del</strong> lago <strong>Trasimeno</strong>: una breve<br />

sintesi<br />

3.2.1 Variazioni climatiche e regime<br />

<strong>del</strong> lago<br />

Vari studi sulle vicende climatiche degli<br />

ultimi 3000 anni <strong>del</strong>l’Italia peninsulare<br />

dimostrano che si è avuta un’alternanza<br />

di fasi mediamente con clima caldo/arido<br />

e clima freddo/umido, con differenze<br />

di temperatura media annua attorno ad<br />

1 - 2 °C (cf. solo per esempio Barazzuoli<br />

et al., 2002; Dragoni, 1998; Crescenti et<br />

al., 2008: Ducci e Tranfaglia, 2008, Di<br />

Matteo et al., 2005). L’ultima fase calda<br />

é avvenuta all’incirca fra il 1000 ed<br />

il 1250 d.C. (Periodo Caldo Medioevale).<br />

Questa fase é stata seguita dalla fase<br />

fredda nota come Piccola Era Glaciale,<br />

che convenzionalmente si fa durare dal<br />

1450 al 1850 circa. Nell’ultimo centinaio<br />

di anni si sta assistendo ad una fase<br />

di riscaldamento che, se dovesse durare<br />

quanto il Periodo Caldo Medioevale,<br />

dovrebbe persistere probabilmente<br />

per non meno di un centinaio d’anni,

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