Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria
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5 . S a l v a g u a r d i a e r e c u p e r o a m b i e n t a l e<br />
2 6 1<br />
17.2.2 Evidenze<br />
La scelta di non mettere al centro degli<br />
studi gli aspetti quantitativi <strong>del</strong>la risorsa<br />
idrica <strong>del</strong> lago, gli usi/fabbisogni e<br />
le scelte gestionali <strong>del</strong>le acque per tutti<br />
gli usi civili, produttivi ed agricoli,<br />
deriva dal fatto che molto è stato fatto<br />
e detto in tal senso, che i volumi in<br />
gioco e l`affidabilità <strong>del</strong>le valutazioni<br />
sono accurati e non si può andare oltre,<br />
ragione per cui si è preso atto <strong>del</strong> mutato<br />
equilibrio meteoclimatico e <strong>del</strong>le strategie<br />
promosse a tutti i livelli per giungere<br />
ad un nuovo equilibrio idrico <strong>del</strong> lago e<br />
degli usi <strong>del</strong>le acque nel bacino.<br />
La sostituzione dei prelievi potabili<br />
dal lago, così come prossimamente di<br />
quelli agricoli, utilizzando fonti fuori<br />
bacino idrografico artificialmente allargato,<br />
può essere considerato un nuovo<br />
stato di fatto, analogo alle scelte storiche<br />
di fissare una soglia idrica ottimale per<br />
frenare le oscillazioni verso l`alto <strong>del</strong>le<br />
sue acque.<br />
Se poi tali apporti andranno anche<br />
a compensare i deficit negativi <strong>del</strong> livello<br />
<strong>del</strong> lago, riducendone le fluttuazioni<br />
stagionali/pluriennali, tale fatto sarà<br />
ancora più marcato.<br />
Daremo in questo senso opportuno<br />
risalto, più avanti, al significato di queste<br />
mutate condizioni ambientali (non<br />
reversibili per valutazioni socio-economiche,<br />
come dice la Direttiva 2000/60)<br />
e di come influiscano negli obiettivi di<br />
recupero <strong>del</strong> buono stato <strong>ambientale</strong>.<br />
Comprendere cosa sia accaduto a<br />
livello ecologico all’ambiente lacustre<br />
in quest`ultimo secolo di modifica <strong>del</strong>le<br />
sue condizioni generali, dovute agli<br />
interventi di regolazione, è un punto<br />
importante sul quale in passato si è<br />
raramente ragionato in senso ampio.<br />
La ricerca scientifica e gli studi hanno<br />
spesso valutato approfonditamente le<br />
comunità biotiche, i principali gruppi<br />
di organismi vegetali ed animali presenti,<br />
documentandone cambiamenti ed<br />
adattamenti, talora ipotizzando anche le<br />
cause più probabili che hanno consentito<br />
tali modificazioni, prima fra tutte<br />
l`oscillazione <strong>del</strong> livello idrico e le conseguenti<br />
modifiche <strong>del</strong>le caratteristiche<br />
termiche e chimico fisiche stagionali<br />
<strong>del</strong>le acque.<br />
Quasi tutti i ricercatori concordano<br />
nell`evidenziare una diminuzione <strong>del</strong>la<br />
diversità di specie autoctone, <strong>del</strong>la<br />
prevalenza di poche specie resistenti o<br />
invadenti, <strong>del</strong>l`arrivo di specie estranee,<br />
così come spesso <strong>del</strong>la riduzione<br />
degli habitat.<br />
Questo è ampiamente riportato nei<br />
capitoli precedenti, in particolare per<br />
i decenni recenti successivi alla grande<br />
crisi degli anni ’50 ed al “buon recupero”<br />
degli anni ’60-80, per il macrobenthos,<br />
le macrofite acquatiche, la<br />
fauna ittica, il fitoplancton e la vegetazione<br />
spondale-perilacuale, il canneto<br />
o fragmiteto s.l.<br />
Già gli obiettivi <strong>del</strong> primo Piano<br />
regionale di risanamento <strong>del</strong>le acque,<br />
sorto sulle direttive <strong>del</strong>la Legge Merli<br />
<strong>del</strong> 1976, erano quelli “logici” di riduzione<br />
dei carichi inquinanti provenienti<br />
dal bacino, in particolare dei nutrienti<br />
derivanti dalle acque reflue civiliindustriali<br />
e dal carico diffuso agrozootecnico.<br />
Successivamente, si sono aggiunti<br />
anche altri obiettivi di contenimento<br />
<strong>del</strong> carico interno, <strong>del</strong> trasporto solido,<br />
di rimozione <strong>del</strong> carico organico<br />
(es. rimozione <strong>del</strong>le macrofite acquatiche,<br />
in analogia con i tanti laghi eutrofici<br />
ed ipertrofici degli anni ’70-80),<br />
ragionando anche in termini d’intervento<br />
sul carico interno accumulatosi o<br />
ciclicamente rigenerato (vegetazione e<br />
sedimenti).<br />
Quello che preme qui sottolineare,<br />
è la mancata definizione e valutazione<br />
dei processi che si sono sviluppati, e di