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Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria

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5 . S a l v a g u a r d i a e r e c u p e r o a m b i e n t a l e<br />

2 3 5<br />

ticolarmente pericolosa: alta adattabilità<br />

e tolleranza anche alle condizioni di<br />

intenso inquinamento, elevata fecondità,<br />

spettro alimentare particolarmente<br />

ampio. Le sue popolazioni crescono in<br />

modo estremamente rapido e la specie<br />

può riprodursi per ginogenesi (Abramenko<br />

et al., 1997). E’ estremamente<br />

tollerante agli stress ambientali (Abramenko<br />

et al., 1997), incluse le ampie<br />

fluttuazioni di pH, ossigeno, salinità e<br />

temperatura: gli adulti possono sopravvivere<br />

fra 0 e 41° C di temperatura (Nico<br />

e Schofield, 2006).<br />

Il carassio dorato non è la sola specie<br />

esotica che può concorrere al mutamento<br />

<strong>del</strong>le pregresse dinamiche ecosistemiche<br />

nel lago <strong>Trasimeno</strong>: occorre infatti<br />

ricordare che almeno 5 specie esotiche<br />

presenti nel lago, anche se non tutte<br />

appartenenti alla fauna ittica, appartengono<br />

alla lista <strong>del</strong>le 100 specie più<br />

pericolose al mondo (DAISIE, 2008).<br />

Oltre alla già citata pseudorasbora, in<br />

tempi abbastanza recenti hanno fatto<br />

la loro comparsa nel lago la dreissena<br />

Dreissena polymorpha (Pallas, 1771) che è un<br />

mollusco bivalve, il gambero rosso <strong>del</strong>la<br />

Louisiana Procambarus clarkii (Girard,<br />

1852), la tartaruga acquatica Trachemys<br />

scripta (Schoepff, 1792) e la nutria Myocastor<br />

coypus Molina, 1782.<br />

Per approfondire il ruolo che alcune<br />

specie esercitano più direttamente<br />

sulla componente acquatica <strong>del</strong> lago, si<br />

possono citare i casi <strong>del</strong>la dreissena e <strong>del</strong><br />

gambero rosso. La dreissena, individuata<br />

nel lago nel 2000 (Spilinga et al.,<br />

2000), opera un’intensa attività di filtrazione<br />

a carico <strong>del</strong> fitoplancton, tanto<br />

da causare una riduzione <strong>del</strong>la produttività<br />

primaria, con conseguenze a<br />

cascata su tutta la catena alimentare. Nei<br />

laghi colonizzati dalla dreissena sono<br />

state osservate perdite fino al 50-75%<br />

nella biomassa <strong>del</strong> fitoplancton e <strong>del</strong>lo<br />

zooplancton minuto, con conseguenti<br />

riduzioni fino al 50% nel livello trofico<br />

superiore (The Lake Superior Work<br />

Group, 2009). Molte specie di bivalvi<br />

indigeni, alcune <strong>del</strong>le quali già a rischio<br />

di estinzione, sono fortemente penalizzate<br />

dalla presenza <strong>del</strong>la dreissena<br />

(MacIsaac, 1996). E’ stato anche verificato<br />

che tale specie può creare le condizioni<br />

ambientali per lo sviluppo <strong>del</strong><br />

botulismo aviario nei laghi: il batterio<br />

Clostridium botulinum si sviluppa in condizioni<br />

di anossia, che spesso si creano sul<br />

fondo dei laghi eutrofi; la dreissena può<br />

filtrare la tossina botulinica, concentrarla<br />

e facilitarne il trasferimento lungo<br />

la catena alimentare fino a causare la<br />

morte degli uccelli (Perez-Fuentetaja et<br />

al., 2006).<br />

Altra specie invasiva di introduzione<br />

abbastanza recente nel lago è il gambero<br />

rosso <strong>del</strong>la Louisiana (Ghetti et al.,<br />

2007). Tale specie presenta una dieta<br />

di tipo onnivoro, in cui la componente<br />

vegetale è tuttavia assolutamente prevalente<br />

(47%); in tal modo esercita un’intensa<br />

attività di pascolo sulle idrofite,<br />

che avviene spesso in modo altamente<br />

selettivo. Negli ambienti in cui il gambero<br />

rosso viene introdotto alcune specie<br />

vegetali, come ad esempio Potamogeton<br />

natans e Myriophyllum spicatum, possono<br />

diminuire drasticamente fino alla totale<br />

estinzione locale, con forti ripercussioni<br />

su tutta la biocenosi vegetale (Savini<br />

e Occhipinti-Ambrogi, 2008) ed indirettamente<br />

anche su quella animale.<br />

Associate alla presenza <strong>del</strong> gambero rosso<br />

si osservano una riduzione <strong>del</strong>la biodiversità<br />

vegetale e una banalizzazione<br />

<strong>del</strong>la comunità idrofitica, con una forte<br />

accentuazione <strong>del</strong>le specie non appetite<br />

dal crostaceo.

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