Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria
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fondamentale <strong>del</strong> patrimonio locale,<br />
che andrebbe fortemente salvaguardato.<br />
Il prelievo operato dai pescatori<br />
sportivi e da quelli di professione, se<br />
esercitato in maniera non sostenibile,<br />
sicuramente comporta un impatto<br />
negativo diretto sulle popolazioni ittiche<br />
ed in genere tutte le attività legate<br />
alla pesca possono avere conseguenze<br />
indirette anche su molte altre componenti<br />
faunistiche. La gestione di tale<br />
attività, soprattutto in un’area protetta<br />
come il lago <strong>Trasimeno</strong>, dovrebbe essere<br />
improntata su criteri in grado di conciliare<br />
le esigenze di conservazione con<br />
lo sfruttamento economico, nel quadro<br />
di riferimento <strong>del</strong>lo sviluppo sostenibile:<br />
le proposte gestionali dovrebbero<br />
muoversi nell’ambito di un processo<br />
volto a valorizzare le risorse ittiche <strong>del</strong><br />
lago, garantendo agli operatori lo sfruttamento<br />
economico <strong>del</strong>la risorsa senza<br />
comprometterne le capacità riproduttive<br />
e salvaguardandone le potenzialità<br />
future.<br />
Il problema da superare è quello di<br />
individuare il tipo ed i livelli di monitoraggio<br />
che devono essere attivati per<br />
elaborare mo<strong>del</strong>li di gestione volti al<br />
mantenimento di elevati livelli di produzione<br />
ittica e basati su un processo<br />
di sfruttamento sostenibile. L’eliminazione<br />
<strong>del</strong> sovrasfruttamento <strong>del</strong>le risorse<br />
ittiche, che è alla base <strong>del</strong> declino<br />
degli stock <strong>del</strong>le popolazioni di interesse<br />
professionale, crea le premesse<br />
per fare <strong>del</strong>la pesca nelle acque interne<br />
un’attività redditizia e duratura. Non ci<br />
può essere infatti mercato per attività<br />
che non garantiscono livelli di produzione<br />
costanti e di qualità e poche, di<br />
conseguenza, sarebbero le garanzie e le<br />
prospettive per chi esercita tale attività.<br />
Auspicabili per il miglioramento <strong>del</strong>le<br />
condizioni economiche dei pescatori<br />
di professione sono anche tutte quelle<br />
azioni volte ad aumentarne il reddito,<br />
riducendo la dipendenza dal prelievo e<br />
dalla commercializzazione <strong>del</strong> pescato<br />
(pescaturismo, ittioturismo, attività di<br />
accompagnamento dei pescatori sportivi<br />
e di guida per i turisti, ecc…). Indicazione<br />
valida per la pesca sportiva è invece<br />
quella di separare l’attività sportiva<br />
dal prelievo <strong>del</strong>le specie indigene più<br />
sensibili, mediante l’adozione di tecniche<br />
di pesca meno cruente di quelle<br />
tradizionali (zone a regolamento specifico,<br />
aree Catch and Release o zone ‘No Kill’)<br />
(Lorenzoni et al., 2009).<br />
La gestione <strong>del</strong>le comunità ittiche,<br />
mediante la regolamentazione <strong>del</strong>le<br />
diverse forme di prelievo, può esercitare<br />
un ruolo fondamentale per tentare di<br />
recuperare o riavvicinarsi alle dinamiche<br />
ecosistemiche pregresse che caratterizzavano<br />
l’ecosistema lacustre. Tale azione<br />
di riequilibrio può essere esercitata<br />
attraverso un prelievo diretto di alcune<br />
specie invasive o mediante azioni indirette<br />
di manipolazione <strong>del</strong>le catene alimentari.<br />
La necessità di regolamentare<br />
le numerose attività connesse alla gestione<br />
e alla pratica <strong>del</strong>la pesca sono anche<br />
giustificate dal progressivo aumento <strong>del</strong><br />
numero <strong>del</strong>le specie esotiche presenti<br />
nel lago, alcune <strong>del</strong>le quali particolarmente<br />
pericolose. Nella gestione di una<br />
specie esotica invasiva, l’eradicazione<br />
è sicuramente la strategia più idonea,<br />
ma le esperienze condotte in questo<br />
settore dimostrano che le possibilità di<br />
successo sono spesso molto limitate; in<br />
questi casi sembra preferibile, piuttosto,<br />
l’adozione di un piano di controllo<br />
<strong>del</strong>l’abbondanza <strong>del</strong>le popolazioni <strong>del</strong>le<br />
specie indesiderate, che le mantenga su<br />
valori numerici tali da rendere minimo<br />
il loro impatto. Nel lago <strong>Trasimeno</strong> la<br />
scelta da privilegiare per il contenimento<br />
numerico <strong>del</strong>le popolazioni invasive<br />
è quella di ricorrere anche all’azione dei<br />
pescatori, incentivando il prelievo <strong>del</strong>le<br />
specie indesiderate.