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Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria

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3 6 0 A r p a U m b r i a 2 0 1 2<br />

tiva e quantitativa <strong>del</strong> sistema idrico. Il<br />

Piano di tutela <strong>del</strong>la Regione <strong>Umbria</strong> è<br />

stato approvato dal Consiglio regionale<br />

il 1° dicembre 2009. E’ costituito da tre<br />

parti, è un piano voluminoso, circa un<br />

migliaio di pagine, ed è stato pubblicato<br />

il 27 gennaio 2010, giorno in cui è<br />

entrato in vigore.<br />

Nella parte prima sono richiamati<br />

il quadro normativo europeo e nazionale<br />

di riferimento e tutti gli obiettivi<br />

e le strategie dei piani e programmi di<br />

interesse regionale. Nella parte seconda<br />

sono analizzate tutte le pressioni e gli<br />

impatti che gravano sulle acque superficiali<br />

e sotterranee <strong>del</strong>la regione. La parte<br />

terza descrive le azioni strategiche, cioè<br />

gli interventi, le misure di piano. Qui<br />

sono riportate tutte quelle misure individuate<br />

per la tutela quantitativa e qualitativa,<br />

integrate e coordinate per bacino<br />

idrografico, anche con l’indicazione<br />

<strong>del</strong>la cadenza temporale degli interventi<br />

e <strong>del</strong>le relative priorità.<br />

Altri allegati <strong>del</strong> piano sono costituiti<br />

dall’aggiornamento <strong>del</strong>lo stesso alla<br />

Direttiva 2000/60; il motivo di questo<br />

aggiornamento deriva dal fatto che la<br />

redazione <strong>del</strong> piano è partita nel 2002,<br />

completata alcuni anni dopo, e il piano<br />

approvato dopo diversi anni. Nel frattempo,<br />

c’è stato il passaggio dal 152/1999<br />

al 152/2006 e, nello stesso tempo, visto<br />

che eravamo ormai in dirittura d’arrivo<br />

anche con i piani di gestione, si è cercato<br />

di riorientare, per quanto è stato possibile<br />

nel giro di pochi mesi, il Piano di<br />

tutela a questa nuova visione, sovraordinata,<br />

molto più ampia e coordinata con<br />

le altre regioni <strong>del</strong> distretto.<br />

Altri allegati sono costituiti dal rapporto<br />

<strong>ambientale</strong>, dalla relazione di incidenza,<br />

dalla sintesi non tecnica <strong>del</strong> rapporto<br />

<strong>ambientale</strong> e da diverse tavole tematiche.<br />

Con legge regionale la Regione<br />

<strong>Umbria</strong> ha determinato le norme di<br />

tutela e ha stabilito l’emanazione di alcuni<br />

regolamenti e le modalità di aggiornamento<br />

e revisione di questo piano.<br />

Veniamo a quella che è stata l’analisi<br />

conoscitiva <strong>del</strong> Piano di tutela. E’ stata<br />

fatta un’analisi <strong>del</strong>le pressioni e degli<br />

impatti. Il metodo adottato è stato quello<br />

di dividere i carichi inquinanti tra fonti<br />

puntuali e fonti diffuse. Fonti puntuali<br />

sono rappresentate dal sistema fognario<br />

depurativo e quindi sono stati analizzati<br />

i depuratori, le eccedenze, le reti non<br />

depurate, gli scaricatori di piena.<br />

Nella tabella che vedete (fig.1) c’è il<br />

riepilogo per sottobacini <strong>del</strong>l’analisi <strong>del</strong>le<br />

pressioni per quanto riguarda il BOD.<br />

Il sottobacino <strong>del</strong> <strong>Trasimeno</strong> è quello<br />

evidenziato. Come si può vedere è stata<br />

fatta una divisione fra le fonti puntuali<br />

(depuratori, eccedenze, reti non depurate<br />

e scaricatori di piena, attività produttive)<br />

e le fonti diffuse, rappresentate dal<br />

comparto agricolo-zootecnico. Già da<br />

questa tabella si può capire l’incidenza di<br />

ciascuna di queste fonti di inquinamento<br />

e quindi, dove si dovrebbe andare ad<br />

intervenire. Per l’azoto e il fosforo vale<br />

lo stesso discorso (figg. 2 e 3). Possiamo<br />

vedere nelle diapositive la differenza fra<br />

fonti puntuali e fonti diffuse.<br />

Ora vediamo una rappresentazione<br />

leggermente diversa. Con questo grafico<br />

(fig. 4) notiamo l’incidenza <strong>del</strong> fosforo,<br />

sempre distinto fra quello proveniente da<br />

fonte civile, quello proveniente da fonti<br />

agricole, quello di origine zootecnica e<br />

quello che proviene – anzi non proviene<br />

in questo caso – da fonte industriale.<br />

Per l’azoto vale lo stesso discorso (fig. 5).<br />

Con questi grafici possiamo visivamente<br />

comprendere l’incidenza e la provenienza<br />

di questi carichi inquinanti. Nel BOD<br />

e nel COD ovviamente, i rapporti di<br />

forza cambiano, ma comunque rendono<br />

l’idea di quanto sia necessario intervenire<br />

su ogni singolo settore.<br />

Veniamo all’inquinamento da fonti<br />

puntuali: gli agglomerati <strong>del</strong> lago.

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