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Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria

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7 0 A r p a U m b r i a 2 0 1 2<br />

con un clima mediamente più caldo e<br />

siccitoso <strong>del</strong>la fase precedente. Nel caso<br />

poi che le più pessimistiche previsioni<br />

riguardo al cambiamento climatico in<br />

atto (IPCC, 2007; Dragoni e Sukhija,<br />

2008) si rivelassero fondate, ossia che<br />

la causa principale <strong>del</strong>l’aumento <strong>del</strong>la<br />

temperatura sia l’emissione di gas serra e<br />

che si avrà un aumento <strong>del</strong>la temperatura<br />

globale di vari gradi, ogni previsione<br />

sul futuro <strong>del</strong> clima e <strong>del</strong> ciclo idrologico<br />

assume aspetti catastrofici, difficili da<br />

definire ma che in Italia, almeno nella<br />

prima fase, corrisponderà ad un periodo<br />

siccitoso.<br />

A prescindere dalle cause <strong>del</strong>le variazioni<br />

climatiche, va sottolineato che le<br />

fasi climatiche passate (caldo/arido e<br />

freddo/umido) hanno al loro interno<br />

una notevole variabilità, con periodi<br />

<strong>del</strong>la durata anche di vari decenni diversi<br />

dall’andamento medio complessivo.<br />

Il fatto che nel passato periodi caldi<br />

abbiano corrisposto in media, nell’Italia<br />

Centro-Meridionale, a periodi meno<br />

piovosi si ritrova anche al presente: le<br />

serie storiche strumentali di pioggia e<br />

temperatura indicano che da un centinaio<br />

di anni é in corso una fase climatica<br />

caratterizzata da un lieve incremento di<br />

temperatura e da un più marcato decremento<br />

<strong>del</strong>la piovosità media annua, con<br />

una significativa tendenza degli anni più<br />

caldi a corrispondere a quelli più siccitosi.<br />

Non tutte le serie di dati analizzate<br />

hanno un trend statisticamente significativo<br />

ma, quando presente, esso va,<br />

con rarissime eccezioni, nel senso di un<br />

incremento <strong>del</strong>la temperatura ed una<br />

diminuzione <strong>del</strong>la piovosità.<br />

I livelli <strong>del</strong> lago <strong>Trasimeno</strong>, la cui<br />

evoluzione é stata ricostruita con buona<br />

approssimazione in alcuni importanti<br />

lavori (Cialini, 1991; Gambini, 1995),<br />

hanno seguito le fasi climatiche, innalzandosi<br />

nei periodi umidi ed abbassandosi<br />

nei periodi caldi. Va comunque<br />

sottolineato che, anche nei periodi<br />

freddo-umidi (per esempio durante la<br />

Piccola Era Glaciale), il livello <strong>del</strong> lago<br />

non era costantemente “alto”: la natura<br />

stessa di lago chiuso e l’alta variabilità<br />

<strong>del</strong>la piovosità implicano inevitabilmente<br />

una forte variazione di livello a scala<br />

stagionale, annuale e pluriannuale.<br />

La fig. 1 riporta le temperature<br />

medie annue <strong>del</strong>la stazione di Monte<br />

<strong>del</strong> <strong>Lago</strong>, in parte ricostruite con i dati<br />

<strong>del</strong>l’Isola Polvese e di Castiglione <strong>del</strong><br />

<strong>Lago</strong>: tale ricostruzione appare piuttosto<br />

attendibile dato che il coefficiente<br />

di correlazione fra i dati di queste tre<br />

stazioni è superiore al 99% (Melillo,<br />

2009). Dalla fig. 1 si può vedere che<br />

negli ultimi 20 anni circa le temperature<br />

medie annuali sono state caratterizzate<br />

da un andamento crescente,<br />

con un gradiente, statisticamente<br />

significativo attorno a 0,03 °C/anno.<br />

Per ciò che riguarda le precipitazioni,<br />

le serie da noi ricostruite <strong>del</strong>le piogge<br />

ragguagliate sul bacino per il periodo<br />

1966 – 2006, pur mostrando una diminuzione<br />

<strong>del</strong> 3,2% nel periodo 1984-<br />

2006 rispetto al periodo 1966-1984,<br />

non hanno un trend annuo statisticamente<br />

significativo (Melillo, 2009). Le<br />

piogge, peraltro, presentano una certa<br />

ciclicità, già messa in evidenza in passato<br />

(Deffenu e Dragoni, 1978). Esiste invece<br />

un trend stagionale statisticamente significativo<br />

(superiore al 95%): durante il<br />

trimestre invernale (gennaio-marzo)<br />

si evidenzia una variazione negativa<br />

con una differenza <strong>del</strong> 26% tra il valore<br />

medio <strong>del</strong>la prima metà <strong>del</strong>la serie<br />

e <strong>del</strong>la seconda metà (fig. 2). Nel trimestre<br />

autunnale, invece, la variazione<br />

è positiva con una differenza <strong>del</strong> 10%<br />

tra i valori medi nei medesimi periodi:<br />

in questo contesto va tenuto presente<br />

che l’evaporazione potenziale nei mesi<br />

di settembre ed ottobre è ancora abbastanza<br />

alta, così da attenuare l’effetto<br />

<strong>del</strong> modesto incremento <strong>del</strong>la piovosità<br />

in tali mesi.<br />

Nel valutare tali osservazioni va considerato<br />

che, come si vedrà più avanti, i

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