Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria
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5 . S a l v a g u a r d i a e r e c u p e r o a m b i e n t a l e<br />
2 7 3<br />
di “spiaggia” al minimo indispensabile,<br />
prevedendo eventuali forme diversificate<br />
di accesso in acqua (pedalò,<br />
pontili mobili galleggianti, mini isole<br />
galleggianti).<br />
Sperimentazione di enclosures in<br />
aree ad alto valore ecologico o in punti<br />
strategici<br />
Individuare situazioni che possano essere<br />
ripristinate ecologicamente con tecniche<br />
di biomanipolazione e servire da<br />
punto di propagazione dei nuovi equilibri<br />
ricostituiti.<br />
17.4. Conclusioni e auspici<br />
Gli elementi raccolti ed i dati disponibili,<br />
confermano le buone intenzioni<br />
di tutti nel lavorare per il risanamento<br />
<strong>ambientale</strong> <strong>del</strong> lago.<br />
Lo sforzo da fare non è tanto economico<br />
quanto culturale, con un cambiamento<br />
che deve avvenire a vari livelli,<br />
a partire dalle tendenze settorialiste ed<br />
utilitaristiche di politici, amministratori,<br />
categorie produttive.<br />
Intervenire per portare il lago ad un<br />
buono stato ecologico ed <strong>ambientale</strong>,<br />
reale e percepito, e non sulla carta, vuol<br />
dire mettere al servizio <strong>del</strong>le valutazioni<br />
e <strong>del</strong> confronto pubblico gli strumenti<br />
di cui si dispone.<br />
Scegliere soluzioni sostenibili in termini<br />
di navigazione, può dare maggiore<br />
visibilità ed attrattività anche turistica al<br />
lago (ad esempio i battelli solari) piuttosto<br />
che continuare a smuovere sedimenti<br />
come moderni Sisifo, producendo<br />
danni non considerati o direttamente<br />
valutabili.<br />
Indirizzare l’agricoltura verso una<br />
filiera locale eco-compatibile, va oltre<br />
la tutela <strong>del</strong> solo lago, essendo questa<br />
l’unica prospettiva che l’agricoltura italiana<br />
può perseguire, se vuol continuare<br />
ad esistere.<br />
Adottare tecniche di microirrigazione,<br />
per il risparmio idrico ed il contenimento<br />
degli inquinanti d’origine<br />
agricola è d’obbligo, altrimenti non<br />
si compensa l’aggravio degli impatti<br />
ambientali con l’estensione <strong>del</strong>le superfici<br />
irrigue previste in associazione alle<br />
nuove condotte idriche dall’invaso di<br />
Montedoglio.<br />
Allo stesso modo, una valorizzazione<br />
di fertilizzanti organici d’origine zootecnica<br />
(letami e compost) andrebbe<br />
verso la riduzione di concimi chimici.<br />
Il lago non ha solo bisogno d’acqua<br />
per sopravvivere, come sembra sia stato<br />
percepito in questi ultimi decenni con<br />
le centinaia di milioni di euro spesi in<br />
tale direzione, anzi, a volte, per recuperare<br />
un suo equilibrio ecologico, può<br />
aver bisogno di crisi idriche.<br />
La stessa agricoltura, presa a pretesto<br />
per la costruzione di condotte irrigue,<br />
non ha una grande sete d’acqua, anche<br />
per l’impossibilità di pagarsela a prezzi<br />
di mercato, stante gli scarsi margini<br />
di utile che le colture industriali hanno<br />
e avranno, ancor di più, in assenza di<br />
contributi comunitari.<br />
Il lago non ha bisogno, questo si, di<br />
interventi sprovveduti, quali l’immissione<br />
diretta di acque di provenienza<br />
esterna, dalla dorsale irrigua di Montedoglio<br />
o altre ipotesi di cui circolano<br />
già le voci, senza un’opportuna valutazione<br />
ecologica, atta a verificare gli<br />
effetti locali termici, biogeochimici ed<br />
il potenziale impatto di microrganismi<br />
alieni che possono diffondersi nel lago.<br />
La stessa pesca professionale deve essere<br />
gestita responsabilmente rispetto agli<br />
obiettivi di ottimizzazione <strong>del</strong>la produzione<br />
ittica e sostenibilità <strong>ambientale</strong>.<br />
Sta a noi cercare di stabilire nuove<br />
relazioni con l’ambiente lacustre, intervenire<br />
talora è obbligatorio, quale spinta<br />
<strong>del</strong>la società umana a fare proprio il<br />
territorio, ma l’esperienza insegna che<br />
minori sono le modifiche apportate,<br />
minori sono i danni ed i rischi futuri.