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Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria

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5 0 A r p a U m b r i a 2 0 1 2<br />

2.5 Il fitoplancton e lo<br />

zooplancton<br />

II fitoplancton comprende organismi<br />

uni o pluricellulari il cui ruolo è<br />

fondamentale per la vita nelle acque,<br />

costituendo, come produttori primari,<br />

la base <strong>del</strong>la piramide alimentare. La<br />

presenza <strong>del</strong> fitoplancton è limitata alla<br />

zona eufotica, dove può essere raggiunto<br />

dalla luce solare che permette lo svolgimento<br />

dei processi fotosintetici.<br />

Lo zooplancton, invece, è rappresentato<br />

da organismi consumatori, dotati<br />

di movimento e generalmente microscopici,<br />

che fluttuano nello spessore<br />

<strong>del</strong>l’acqua. Lo zooplancton costituisce<br />

un anello importante nelle reti trofiche<br />

degli ecosistemi lacustri contribuendo<br />

a trasferire, nella catena <strong>del</strong> pascolo,<br />

la sostanza organica dal fitoplancton ai<br />

livelli trofici superiori e, nella catena<br />

<strong>del</strong> detrito, a riciclare la sostanza organica<br />

in decomposizione.<br />

La composizione <strong>del</strong>le comunità<br />

planctoniche è il risultato dinamico<br />

<strong>del</strong>le complesse relazioni tra gli organismi<br />

viventi e fra questi e l’ambiente. Il<br />

bilanciamento tra le varie componenti<br />

biotiche è sempre fluttuante: ad ogni<br />

variazione di una o più componenti corrispondono<br />

reazioni o compensazioni degli<br />

altri fattori; se le oscillazioni <strong>del</strong>l’insieme<br />

superano i limiti di tolleranza viene<br />

provocata la rottura <strong>del</strong> sistema esistente,<br />

causando spesso modificazioni tali<br />

nelle comunità con ripercussioni negative<br />

anche per l’uomo.<br />

Dato il ruolo fondamentale che tali<br />

componenti rivestono come indicatori<br />

<strong>del</strong>l’andamento degli equilibri ecosistemici,<br />

il plancton è stato da sempre<br />

oggetto di studio per la conoscenza <strong>del</strong>le<br />

condizioni <strong>del</strong> lago <strong>Trasimeno</strong>. Ai fini<br />

<strong>del</strong> progetto, sono stati presi in esame<br />

i documenti ritenuti più significativi<br />

redatti negli ultimi 50 anni.<br />

Importanti risultati sono stati conseguiti<br />

già a partire dal 1971 (Taticchi et al.),<br />

in cui si evidenziava come l’ambiente<br />

lacustre presentasse un equilibrio precario<br />

e disarmonico, legato soprattutto<br />

alla preponderanza <strong>del</strong>la comunità<br />

fitoplanctonica su quella zooplanctonica.<br />

La produttività primaria, pertanto,<br />

non era tenuta sotto controllo dai consumatori<br />

primari, come invece accade<br />

in ambienti oligo-mesotrofici (Hamza<br />

et al., 1995) evidenziando fenomeni di<br />

eutrofizzazione in atto. La tendenza<br />

verso uno stato eutrofico era avvalorato,<br />

inoltre, dalla consistente presenza<br />

di specie zooplanctoniche detritivore<br />

limicole e batteriovore. Tali fenomeni,<br />

unitamente ai cambiamenti subiti dalle<br />

popolazioni e comunità planctoniche<br />

rispetto alle segnalazioni effettuate da<br />

Cianficconi (1968) nel 1961-65, hanno<br />

portato l’autore a concludere che l’eutrofia<br />

<strong>del</strong> lago poteva andare incontro a<br />

peggioramenti nel corso degli anni.<br />

Il fenomeno veniva evidenziato anche<br />

da Trevisan in uno studio effettuato nel<br />

1977. L’autore, sulla base dei dati di<br />

biomassa relativi alle popolazioni fitoplanctoniche<br />

evidenziava una condizione<br />

di elevata eutrofia presso le stazioni<br />

la Valle e Monte <strong>del</strong> <strong>Lago</strong>. Condizioni<br />

leggermente migliori venivano osservate<br />

presso la stazione di Centro <strong>Lago</strong> (fase<br />

di transizione tra meso ed eutrofia).<br />

Nel 1992, un ulteriore studio condotto<br />

da Taticchi sulle popolazioni planctoniche<br />

nella zona pelagica e nella zona<br />

neritica, riconfermava la ridotta densità<br />

di zooplancton rispetto alla componete<br />

fitoplanctonica. Oltre a ciò, l’autore<br />

osservava una preponderante presenza<br />

di ultra-zooplancton e, in estate, una<br />

forte crescita di Cianoficee, confermata<br />

da elevati valori di clorofilla “a”, tutti<br />

segni tipici di uno stato trofico elevato.<br />

Nel 1995 Hamza et al. effettuarono<br />

uno studio sul consumo di fitoplancton<br />

(grazing) esercitato dallo zooplancton<br />

erbivoro. L’indagine si era proposta di<br />

chiarire se la presenza di alcune sostanze

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