Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria
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4 0 2 A r p a U m b r i a 2 0 1 2<br />
si moltiplicano le energie, si moltiplicano<br />
le cose nella misura migliore e si fa<br />
un presidio serio <strong>del</strong> territorio che non<br />
è ostativo allo sviluppo, ma che fa sì che<br />
questo possa muoversi nel rispetto dei<br />
vincoli che garantiscono anche la tutela<br />
<strong>del</strong>l’ambiente.<br />
Questo si collega anche a ciò che<br />
sottolineavano il sindaco e l’assessore,<br />
ovvero non far diventare il lago un<br />
museo. Storicamente l’uomo ha sempre<br />
influenzato il proprio ambiente,<br />
non si mai fermato solo a contemplarlo.<br />
Il problema è nato quando tutta una<br />
serie di mestieri sono scomparsi – basti<br />
a questo proposito fare un confronto<br />
fra il numero di addetti in agricoltura o<br />
nella pesca di quando eravamo ragazzini<br />
noi e adesso – ed è venuta a mancare<br />
una presenza capillare che significava<br />
anche tutela <strong>del</strong> territorio. È necessario<br />
dunque mettere in campo strumenti<br />
adeguati in grado di supplire a questa<br />
evoluzione (o involuzione, a seconda<br />
<strong>del</strong> punto di vista) che la società ha prodotto.<br />
E questo è possibile appunto con<br />
lo strumento <strong>del</strong>la conoscenza. Quanto<br />
alla burocrazia, continuo a dire che<br />
è giusto che il Consiglio regionale attui<br />
tutte le riforme possibili, ma è bene stare<br />
attenti a non ragionare solo sui contenitori.<br />
Si deve partire dal merito e dagli<br />
obiettivi che si intendono raggiungere,<br />
perché una riforma istituzionale come<br />
questa ha due elementi di riferimento:<br />
innanzitutto la democrazia, ovvero la<br />
garanzia <strong>del</strong> massimo <strong>del</strong>la trasparenza<br />
e <strong>del</strong> controllo da parte dei cittadini, in<br />
un quadro di relazione e confronto con<br />
essi; in secondo luogo, quando si parla<br />
di assemblee elettive serve chiarezza,<br />
perché i consigli comunali non hanno<br />
nessuna competenza allo stato attuale<br />
<strong>del</strong>le cose e possono esprimere pareri<br />
solo se c’è un sindaco di buona volontà,<br />
perché sennò li convoca per il piano<br />
<strong>del</strong> commercio, per il piano regolatore<br />
e per il bilancio. Quello sulle riforme è<br />
dunque un discorso che va fatto tenendo<br />
conto <strong>del</strong>la semplificazione, considerando<br />
tra l’altro che ci sono strumenti<br />
che utilizziamo male, come nel<br />
caso <strong>del</strong>la Conferenza dei Servizi, dove<br />
non è che ognuno fa la propria fino a<br />
quella definitiva che azzera le altre. Non<br />
si può dire: si fa anche quella però io<br />
faccio anche la mia (Regione/Provincia,<br />
tanto essere chiari...). Io faccio la<br />
valutazione integrata, la VIA, dopo è<br />
inutile che faccio anche quelle altre. C’è<br />
una interpretazione, non sono vincoli,<br />
è un’interpretazione sbagliata. Perché<br />
va esattamente nella direzione opposta<br />
alla semplificazione, moltiplicando gli<br />
impedimenti e le difficoltà. Oltretutto,<br />
la semplificazione agevola l’obiettivo<br />
prima citato: ci sono meno soldi, rendiamoli<br />
al massimo produttivi. È una<br />
cosa che già si può fare, senza bisogno di<br />
cambiare nulla. Basta utilizzare un po’<br />
di buon senso nell’interpretazione <strong>del</strong>le<br />
norme, invece che fermarsi alla forma.<br />
Seconda questione, sempre legata a<br />
questo discorso. È un bene che i sindaci<br />
rivendichino questa loro competenza.<br />
Personalmente, incontro ogni giorno<br />
situazioni in cui ci vengono richiesti<br />
pareri sulla base dei quali poi dicono:<br />
“ma che volete, ci hanno dato il parere<br />
favorevole!”. Il problema è che un conto<br />
è il parere sull’impatto <strong>ambientale</strong>, un<br />
altro è decidere o meno di fare impiantare<br />
un’azienda o un’attività. Abbiamo<br />
dunque deciso che questo gioco non può<br />
più funzionare. Da oggi, quando deve<br />
essere presa una decisione <strong>del</strong> genere<br />
rispondiamo: “prima prendi la decisione,<br />
poi ti diamo il parere <strong>ambientale</strong>”.<br />
Così finisce questo gioco per cui<br />
l’Agenzia partecipa regolarmente alle<br />
assemblee per trovarsi puntualmente da<br />
sola nel confronto con il comitato cittadino,<br />
perché gli altri sono tutti scappati<br />
via. Sono necessarie responsabilità e