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Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria

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5 . S a l v a g u a r d i a e r e c u p e r o a m b i e n t a l e<br />

2 2 7<br />

è la conoscenza degli stock ittici presenti<br />

nel lago ed il monitoraggio <strong>del</strong>lo sforzo<br />

pesca e <strong>del</strong> prelievo.<br />

15.2 L’evoluzione <strong>del</strong>la fauna<br />

ittica <strong>del</strong> lago <strong>Trasimeno</strong>:<br />

aspetti qualitativi<br />

Così come è avvenuto nella maggior<br />

parte dei laghi italiani, la composizione<br />

<strong>del</strong>la fauna ittica <strong>del</strong> lago <strong>Trasimeno</strong><br />

ha subito dei drastici cambiamenti, che<br />

sono divenuti particolarmente rapidi ed<br />

intensi soprattutto a partire dagli anni<br />

più recenti (Mearelli et al., 1990). Le<br />

manipolazioni <strong>del</strong>la fauna ittica attraverso<br />

le introduzioni di taxa alloctoni<br />

sono avvenute molto presto: la carpa<br />

Cyprinus carpio Linnaeus, probabilmente<br />

la prima specie ad essere introdotta in<br />

Italia, nel <strong>Trasimeno</strong> sembra sia stata<br />

immessa nel 1710 (Stella, 1949) ad opera<br />

<strong>del</strong> barone Ancaiani, governatore <strong>del</strong><br />

lago, con esemplari provenienti dal lago<br />

di Bolsena (Chiodini, 1978). La tradizione<br />

vuole che anche il luccio Esox lucius<br />

Linnaeus sia stato immesso nel lago:<br />

lo avrebbero fatto i senesi nel 1358, in<br />

quanto invidiosi <strong>del</strong>la pescosità <strong>del</strong> lago<br />

(Chiodini, 1978). La maggioranza degli<br />

ittiologi ritiene, tuttavia, che il luccio sia<br />

una specie indigena per il lago (Moretti<br />

e Gianotti, 1966; Mearelli et al., 1990;<br />

Natali, 2002).<br />

A parte queste prime eventuali<br />

immissioni, le manipolazioni più<br />

importanti <strong>del</strong>la fauna ittica <strong>del</strong> lago<br />

sono iniziate nel periodo a cavallo tra la<br />

prima e la seconda guerra mondiale: nel<br />

1920-21 sono stati introdotti esemplari<br />

di carpa a specchio, nel 1920 il latterino<br />

Atherina boyeri (Risso), nel 1923-24 il<br />

cefalo Mugil cephalus Linnaeus, nel 1927 la<br />

gambusia Gambusia holbrooki Girard, probabilmente<br />

nel 1926 il persico sole Lepomis<br />

gibbosus (Linneus) e nel 1928 il persico<br />

reale Perca fluviatilis Linnaeus (Moretti<br />

e Gianotti, 1966; Natali, 2002).<br />

Questa tendenza ad immettere nuove<br />

specie nel lago è proseguita negli anni<br />

successivi e nel 1966 la comunità ittica<br />

appariva composta da 17 specie (tab. 1),<br />

<strong>del</strong>le quali soltanto 7 indigene, mentre<br />

6 risultavano esotiche acclimatate e 4<br />

esotiche non acclimatate (Mearelli et al.,<br />

1990).<br />

Le specie ittiche introdotte nel lago<br />

in quel periodo rivestivano un interesse<br />

diretto per l’uomo: le introduzioni<br />

sono state effettuate quasi sempre in<br />

modo volontario per motivi essenzialmente<br />

riconducibili allo sfruttamento<br />

commerciale e alla pesca di professione,<br />

anche se l’immissione <strong>del</strong>la gambusia<br />

Gambusia holbrooki Giraud è dovuta al suo<br />

utilizzo come metodo di lotta biologica<br />

contro le larve <strong>del</strong>le zanzare <strong>del</strong> genere<br />

Anopheles, vettori <strong>del</strong>la malaria (Natali,<br />

2002).<br />

Negli anni immediatamente successivi<br />

la composizione <strong>del</strong>la fauna ittica<br />

<strong>del</strong> lago continuava a mutare in modo<br />

rapido e drammatico, tanto da coincidere<br />

con l’estinzione <strong>del</strong>la popolazione<br />

locale di rovella Rutilus rubilio (Bonaparte)<br />

(Mearelli et al., 1990). La rovella è<br />

una specie ittica endemica <strong>del</strong> centro<br />

Italia (Gandolfi et al., 1991), possiede<br />

un areale abbastanza limitato, è inserita<br />

nell’allegato II <strong>del</strong>la Direttiva Habitat ed<br />

è considerata dall’Unione <strong>del</strong>la Conservazione<br />

<strong>del</strong>la Natura prossima alla<br />

minaccia di estinzione (Near Threatened)<br />

(IUCN, 2010). L’estinzione <strong>del</strong>la<br />

popolazione locale di rovella, assieme a<br />

quella avvenuta più o meno nello stesso<br />

periodo nel lago di Piediluco (Bianco,<br />

1995), viene considerata un tipico<br />

esempio negativo <strong>del</strong>le conseguenze<br />

<strong>del</strong>l’immissione <strong>del</strong>le specie alloctone<br />

in un ecosistema acquatico. La specie,<br />

pur essendo preferenzialmente reofila,<br />

può colonizzare gli ambienti lentici<br />

(Natali, 2002) e la sua scomparsa dal<br />

lago <strong>Trasimeno</strong> viene infatti attribuita

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