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Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria

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3 1 2 A r p a U m b r i a 2 0 1 2<br />

degli umbri. Solo così potremo iniziare<br />

ad immaginare di costruire dei percorsi<br />

e <strong>del</strong>le attività sul lago, non solo quando<br />

c’è acqua bassa e diventa quindi necessario<br />

intervenire progettando grandi opere,<br />

pur assolutamente positive e straordinarie<br />

come quella ancora in corso per<br />

l’adduzione <strong>del</strong>l’acqua da Montedoglio,<br />

di cui è stato inaugurato il primo stralcio<br />

proprio nei giorni scorsi, un’opera<br />

che garantisce a questo territorio acqua<br />

per l’agricoltura e l’agricoltura è anche<br />

paesaggio. Ma non possiamo immaginare<br />

il lago solo come un bacino d’acqua.<br />

Il lago è un territorio di cui l’acqua è<br />

una parte, ma tutto il resto è rappresentato<br />

dalle colline, dai borghi di questo<br />

nostro <strong>Trasimeno</strong>. Dobbiamo quindi<br />

pensare anche ad interventi quotidiani<br />

che esulano dalla logica <strong>del</strong>l’emergenza.<br />

Abbiamo l’esigenza di recuperare<br />

appieno questa comprensione, sia sulle<br />

questioni legate alle colline, e quindi<br />

sulla questione <strong>del</strong>la lavorazione dei<br />

campi, sia sulla garanzia <strong>del</strong> normale<br />

deflusso <strong>del</strong>le acque. Lo dimostrano i<br />

fatti di questi giorni, con un lago che<br />

potrebbe ancora contenere senza problemi<br />

qualche milione di metri cubi di<br />

acqua e al contempo i nostri comuni<br />

praticamente sott’acqua. Penso al comune<br />

di Castiglione <strong>del</strong> <strong>Lago</strong>, a quello di<br />

Magione, o a quello di Corciano, dove<br />

si è verificato il terribile episodio <strong>del</strong>la<br />

morte di un volontario mentre interveniva<br />

per cercare di mitigare gli effetti<br />

di fossi e torrenti che ormai, appena<br />

piove per un giorno, esondano perché<br />

non hanno più manutenzione. E questa<br />

credo sia una questione che le istituzioni<br />

insieme devono porsi, recuperando il<br />

rapporto con gli agricoltori, recuperando<br />

il rapporto con il territorio. Proprio<br />

per garantire quell’ordinaria attività di<br />

manutenzione che esisteva fintanto che<br />

esisteva il mondo contadino. Oggi dobbiamo<br />

recuperare tutto ciò innanzitutto<br />

come patrimonio culturale, oltre che<br />

come intervento pratico. Questo per il<br />

territorio, ma la stessa cosa vale anche<br />

per il bacino <strong>del</strong> lago. Perché i pescatori<br />

negli anni non hanno solo pescato, ma<br />

hanno curato la manutenzione ordinaria<br />

<strong>del</strong> lago, la manutenzione ordinaria<br />

<strong>del</strong> canneto., per quanto con metodi<br />

oggi non più proponibili, dal momento<br />

che il canneto veniva ciclicamente bruciato.<br />

Resta però l’esigenza di garantire<br />

la manutenzione <strong>del</strong> canneto come<br />

un elemento fondamentale. E se non<br />

operiamo questi passaggi con la cura,<br />

l’attenzione e i monitoraggi necessari<br />

– che anzi si stanno già facendo e che<br />

dobbiamo intensificare in maniera tale<br />

da mettere il lago al riparo da qualsiasi<br />

elemento inquinante –, se non recuperiamo<br />

queste pratiche non risolveremo<br />

i problemi <strong>del</strong> nostro lago. Il <strong>Trasimeno</strong><br />

continuerà a vivere momenti di tensione,<br />

sia per l’acqua, sia per l’abuso di<br />

concimi in agricoltura o altre tecniche<br />

agricole che in qualche modo vengono<br />

praticate lungo le rive <strong>del</strong> lago. Abbiamo<br />

vissuto tutta la fase <strong>del</strong> granoturco, che<br />

abbiamo considerato non solo eccessivamente<br />

idrovoro ma anche eccessivamente<br />

inquinante rispetto alle acque. Oggi<br />

siamo nella fase <strong>del</strong> pomodoro, non<br />

sappiamo – e sfortunatamente non lo<br />

sanno nemmeno gli agricoltori – quale<br />

produzione faremo domani, ma se non<br />

definiamo tecniche e modalità anche di<br />

coltura e pratiche agricole, sicuramente<br />

questi problemi si riproporranno. Credo<br />

comunque che un grande lavoro sia<br />

stato fatto a partire dal piano stralcio,<br />

che sicuramente rappresenta una pietra<br />

miliare per le pratiche di valorizzazione<br />

e di tutela <strong>del</strong> lago <strong>Trasimeno</strong>. Penso<br />

però che questo lavoro dovrà essere<br />

aggiornato, dovrà essere integrato con<br />

elementi che ancora mancano e che<br />

possono far diventare un lavoro quotidiano<br />

il monitoraggio, le pratiche agri-

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