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Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria

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3 7 0 A r p a U m b r i a 2 0 1 2<br />

Uno degli aspetti che dovrà essere<br />

approfondito è quindi una certa mancanza<br />

di collegamento tra quello che è<br />

il mondo degli allevatori ed il mondo<br />

degli agricoltori. È sempre più necessario<br />

quindi creare un mercato tra i soggetti<br />

che producono azoto e chi lo può<br />

proficuamente utilizzare.<br />

La creazione di questo mercato è alla<br />

base di una corretta agricoltura e non<br />

solo in <strong>Umbria</strong>, si pensi ad esempio alla<br />

pianura padana ove sono presenti problematiche<br />

con qualche zero in più.<br />

Il concime organico è migliore <strong>del</strong><br />

concime chimico per arricchire la qualità<br />

<strong>del</strong> terreno, come sopra ricordato,<br />

ma non possiamo però ignorare la<br />

comodità <strong>del</strong>l’utilizzazione <strong>del</strong> concime<br />

chimico.<br />

Si deve comunque percorrere questa<br />

strada: ridurre al massimo il concime<br />

chimico e sostituirlo con il concime<br />

organico, anche aiutando questa pratica<br />

con opportune sovvenzioni, e sostenere<br />

una riorganizzazione <strong>del</strong>l’agricoltura<br />

in tal senso, sviluppando magari figure<br />

specializzate.<br />

Nel contempo è necessario tenere in<br />

considerazione le risultanze <strong>del</strong>lo studio<br />

<strong>del</strong> dottor Mennella <strong>del</strong>l’Università di<br />

Perugia sui rischi ambientali <strong>del</strong> bacino<br />

<strong>del</strong> lago <strong>Trasimeno</strong>. Dal suo studio<br />

emerge come siano presenti nel bacino<br />

alcune zone a forte rischio <strong>ambientale</strong><br />

ed altre in cui sarebbe sconsigliata una<br />

concimazione con reflui zootecnici.<br />

Questo studio rileva anche come sia<br />

possibile distribuire il concime organico<br />

in superfici molto vaste, però la<br />

conformazione <strong>del</strong> terreno, la falda in<br />

alcune zone molto superficiale, ecc.<br />

richiedono una particolare attenzione,<br />

per cui le superfici adatte alla concimazione<br />

vanno ricercate con cura.<br />

Ora passiamo ad una rapida analisi<br />

<strong>del</strong>le novità introdotte dal Piano di<br />

tutela <strong>del</strong>le acque, in quanto ha introdotto<br />

specifiche misure sulla pressione<br />

esercitata dai carichi agricoli sulla qualità<br />

<strong>del</strong>le acque.<br />

Le tre misure in argomento sono: la<br />

Q33, la Q34 e la Q35.<br />

La Q33 è quella finalizzata ai problemi<br />

di Bettona e Marsciano, con le<br />

proprie finalità.<br />

Per quello che riguarda le altre zone,<br />

compreso quindi il lago <strong>Trasimeno</strong>,<br />

viene richiamata la necessità di utilizzare<br />

tecniche di compostaggio e lettiera su<br />

paglia; cioè il Piano di tutela <strong>del</strong>le acque<br />

evidenzia il passaggio dal liquame liquido<br />

al letame, e ciò per diversi motivi:<br />

intanto, perché il letame è più stabile,<br />

quindi si dilava meno e si insinua più<br />

difficilmente direttamente nelle acque,<br />

è meglio assorbito dalla pianta ed in<br />

tempi più lunghi. Ciò comporta però<br />

una diversa organizzazione <strong>del</strong>l’allevamento,<br />

con conseguenti costi di investimento<br />

e di gestione.<br />

Il Piano, poi per superare il problema<br />

<strong>del</strong>la mancanza di collegamento<br />

tra allevatore e agricoltore, prevede che<br />

l’allevatore debba avere autonomamente<br />

la disponibilità, se non la proprietà, per<br />

almeno tre anni <strong>del</strong> terreno su cui fare<br />

fertirrigazione,<br />

Oltre a ciò il Piano, con la Misura Q<br />

35, prevede la fissazione <strong>del</strong> limite massimo<br />

dei suini installabili sulla base di<br />

una verifica di sostenibilità <strong>ambientale</strong>.<br />

Da quanto sopra sinteticamente esposto<br />

appare evidente un diverso approccio<br />

<strong>del</strong>l’allevatore nella gestione <strong>del</strong> suo<br />

allevamento. È richiesta una mentalità<br />

imprenditoriale ove la risoluzione degli<br />

aspetti ambientali rappresenta uno dei<br />

principali se non il principale problema<br />

che deve affrontare, come avviente, tra<br />

l’altro, nella maggior parte <strong>del</strong>le industrie<br />

manifatturiere.<br />

Certamente questo passaggio di<br />

mentalità richiede importanti investimenti<br />

di adeguamento <strong>del</strong>le stalle e dei

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