Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria
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Uno degli aspetti che dovrà essere<br />
approfondito è quindi una certa mancanza<br />
di collegamento tra quello che è<br />
il mondo degli allevatori ed il mondo<br />
degli agricoltori. È sempre più necessario<br />
quindi creare un mercato tra i soggetti<br />
che producono azoto e chi lo può<br />
proficuamente utilizzare.<br />
La creazione di questo mercato è alla<br />
base di una corretta agricoltura e non<br />
solo in <strong>Umbria</strong>, si pensi ad esempio alla<br />
pianura padana ove sono presenti problematiche<br />
con qualche zero in più.<br />
Il concime organico è migliore <strong>del</strong><br />
concime chimico per arricchire la qualità<br />
<strong>del</strong> terreno, come sopra ricordato,<br />
ma non possiamo però ignorare la<br />
comodità <strong>del</strong>l’utilizzazione <strong>del</strong> concime<br />
chimico.<br />
Si deve comunque percorrere questa<br />
strada: ridurre al massimo il concime<br />
chimico e sostituirlo con il concime<br />
organico, anche aiutando questa pratica<br />
con opportune sovvenzioni, e sostenere<br />
una riorganizzazione <strong>del</strong>l’agricoltura<br />
in tal senso, sviluppando magari figure<br />
specializzate.<br />
Nel contempo è necessario tenere in<br />
considerazione le risultanze <strong>del</strong>lo studio<br />
<strong>del</strong> dottor Mennella <strong>del</strong>l’Università di<br />
Perugia sui rischi ambientali <strong>del</strong> bacino<br />
<strong>del</strong> lago <strong>Trasimeno</strong>. Dal suo studio<br />
emerge come siano presenti nel bacino<br />
alcune zone a forte rischio <strong>ambientale</strong><br />
ed altre in cui sarebbe sconsigliata una<br />
concimazione con reflui zootecnici.<br />
Questo studio rileva anche come sia<br />
possibile distribuire il concime organico<br />
in superfici molto vaste, però la<br />
conformazione <strong>del</strong> terreno, la falda in<br />
alcune zone molto superficiale, ecc.<br />
richiedono una particolare attenzione,<br />
per cui le superfici adatte alla concimazione<br />
vanno ricercate con cura.<br />
Ora passiamo ad una rapida analisi<br />
<strong>del</strong>le novità introdotte dal Piano di<br />
tutela <strong>del</strong>le acque, in quanto ha introdotto<br />
specifiche misure sulla pressione<br />
esercitata dai carichi agricoli sulla qualità<br />
<strong>del</strong>le acque.<br />
Le tre misure in argomento sono: la<br />
Q33, la Q34 e la Q35.<br />
La Q33 è quella finalizzata ai problemi<br />
di Bettona e Marsciano, con le<br />
proprie finalità.<br />
Per quello che riguarda le altre zone,<br />
compreso quindi il lago <strong>Trasimeno</strong>,<br />
viene richiamata la necessità di utilizzare<br />
tecniche di compostaggio e lettiera su<br />
paglia; cioè il Piano di tutela <strong>del</strong>le acque<br />
evidenzia il passaggio dal liquame liquido<br />
al letame, e ciò per diversi motivi:<br />
intanto, perché il letame è più stabile,<br />
quindi si dilava meno e si insinua più<br />
difficilmente direttamente nelle acque,<br />
è meglio assorbito dalla pianta ed in<br />
tempi più lunghi. Ciò comporta però<br />
una diversa organizzazione <strong>del</strong>l’allevamento,<br />
con conseguenti costi di investimento<br />
e di gestione.<br />
Il Piano, poi per superare il problema<br />
<strong>del</strong>la mancanza di collegamento<br />
tra allevatore e agricoltore, prevede che<br />
l’allevatore debba avere autonomamente<br />
la disponibilità, se non la proprietà, per<br />
almeno tre anni <strong>del</strong> terreno su cui fare<br />
fertirrigazione,<br />
Oltre a ciò il Piano, con la Misura Q<br />
35, prevede la fissazione <strong>del</strong> limite massimo<br />
dei suini installabili sulla base di<br />
una verifica di sostenibilità <strong>ambientale</strong>.<br />
Da quanto sopra sinteticamente esposto<br />
appare evidente un diverso approccio<br />
<strong>del</strong>l’allevatore nella gestione <strong>del</strong> suo<br />
allevamento. È richiesta una mentalità<br />
imprenditoriale ove la risoluzione degli<br />
aspetti ambientali rappresenta uno dei<br />
principali se non il principale problema<br />
che deve affrontare, come avviente, tra<br />
l’altro, nella maggior parte <strong>del</strong>le industrie<br />
manifatturiere.<br />
Certamente questo passaggio di<br />
mentalità richiede importanti investimenti<br />
di adeguamento <strong>del</strong>le stalle e dei