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Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria

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2 2 8 A r p a U m b r i a 2 0 1 2<br />

alla competizione con una specie esotica,<br />

il persico sole (Cucchia, 2004), che<br />

proprio in quel periodo raggiungeva<br />

nel lago abbondanze estremamente elevate,<br />

tanto da risultare una <strong>del</strong>le specie<br />

in assoluto più catturate dai pescatori di<br />

professione (Mearelli et al., 1990).<br />

La composizione attuale <strong>del</strong>la fauna<br />

ittica <strong>del</strong> lago è riportata nella tab. 2,<br />

dalla quale è possibile apprezzare gli<br />

ulteriori cambiamenti intervenuti nel<br />

periodo più recente. Le specie ittiche<br />

presenti nel lago sono attualmente 19:<br />

il cobite Cobitis bilineata Canestrini è stato<br />

inserito nella lista, anche se probabilmente<br />

è anch’esso estinto nel lago, in<br />

quanto da parecchio tempo non viene<br />

più segnalato. Il cobite è una specie la<br />

cui reale autoctonia nell’Italia centromeridionale<br />

è oggetto di controversia<br />

(Bianco, 1995; Gianotti e Moretti,<br />

1966): in ogni caso è anch’essa inserita<br />

negli elenchi <strong>del</strong>la Direttiva Habitat<br />

(allegato II) ed è considerata a basso<br />

rischio di estinzione (Least Concern)<br />

dall’Unione per la Conservazione <strong>del</strong>la<br />

Natura (IUCN, 2010).<br />

Il siluro Silurus glanis Linnaeus è<br />

recentemente comparso nel lago <strong>Trasimeno</strong>,<br />

aggiungendosi alle altre 13 specie<br />

di origine alloctona, anche se la sua<br />

acclimatazione deve essere confermata<br />

in quanto finora sono state segnalate le<br />

catture di sporadici esemplari (Natali,<br />

com. pers.). Ciò è causa di evidenti preoccupazioni,<br />

poiché il siluro è un predatore<br />

in grado di modificare la composizione<br />

<strong>del</strong>le comunità ittiche originarie<br />

con cui viene in contatto (Ghetti et al.,<br />

2007).<br />

La grande differenza con quanto<br />

descritto a proposito <strong>del</strong> periodo precedente,<br />

è che in questo caso la maggior<br />

parte <strong>del</strong>le introduzioni è stata effettuata<br />

in modo involontario: molte <strong>del</strong>le<br />

specie esotiche che si sono aggiunte alla<br />

ittiocenosi <strong>del</strong> lago <strong>Trasimeno</strong> non hanno<br />

interesse commerciale, ma più spesso<br />

sono invasive e talvolta pericolose. Il<br />

carassio dorato Carassius auratus (Linneaus)<br />

ne costituisce un esempio, assieme<br />

alla pseudorasbora Pseudorabora parva<br />

(Schlegel), che è addirittura considerata<br />

una fra le 100 specie alloctone più pericolose<br />

al mondo (DAISIE, 2008). Tale<br />

specie compete per il cibo con alcune<br />

specie indigene e di interesse commerciale,<br />

si può alimentare degli stadi giovanili<br />

di altri pesci e può rappresentare<br />

il vettore di alcuni patogeni (tra i quali<br />

Spherotecum destruens), che costituiscono<br />

una gravissima minaccia per la fauna<br />

ittica (Gozlan et al., 2005).<br />

Una <strong>del</strong>le più frequenti cause di<br />

introduzione <strong>del</strong>le specie alloctone in<br />

Italia è da ricondurre alla pratica dei<br />

ripopolamenti: molte specie esotiche<br />

di piccola taglia o i loro stadi giovanili<br />

possono sfuggire ai controlli e venire<br />

immesse assieme al materiale da semina<br />

(Ghetti et al., 2007). Nel passato era<br />

anche molto diffusa l’attività di ripopolamento<br />

effettuata con “pesce bianco”,<br />

costituita da semine di materiale misto<br />

prelevato negli ambienti naturali, che<br />

ha veicolato un gran numero di specie<br />

esotiche (Bianco, 1998). Nel lago<br />

<strong>Trasimeno</strong> il sostegno effettuato con i<br />

ripopolamenti alle specie di interesse<br />

commerciale non è una consuetudine<br />

iniziata di recente, anche se tale pratica<br />

si è chiaramente avvantaggiata dei<br />

notevoli progressi legati allo sviluppo<br />

<strong>del</strong>le moderne tecniche di acquacoltura<br />

(Natali, 1996): alcuni manoscritti<br />

<strong>del</strong> 1200 narrano <strong>del</strong>l’obbligo allora<br />

già esistente di seminare ogni anno circa<br />

5000 anguille nel lago (Chiodini,<br />

1978). Nel 1917 ha iniziato ad operare<br />

nel lago il Consorzio Pesca ed Acquicoltura<br />

<strong>del</strong> <strong>Trasimeno</strong>, tra i cui scopi c’era<br />

quello di ricorrere agli interventi di<br />

ripopolamento per sostenere e potenziare<br />

la pesca professionale, anche attra-

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