Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria
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alla competizione con una specie esotica,<br />
il persico sole (Cucchia, 2004), che<br />
proprio in quel periodo raggiungeva<br />
nel lago abbondanze estremamente elevate,<br />
tanto da risultare una <strong>del</strong>le specie<br />
in assoluto più catturate dai pescatori di<br />
professione (Mearelli et al., 1990).<br />
La composizione attuale <strong>del</strong>la fauna<br />
ittica <strong>del</strong> lago è riportata nella tab. 2,<br />
dalla quale è possibile apprezzare gli<br />
ulteriori cambiamenti intervenuti nel<br />
periodo più recente. Le specie ittiche<br />
presenti nel lago sono attualmente 19:<br />
il cobite Cobitis bilineata Canestrini è stato<br />
inserito nella lista, anche se probabilmente<br />
è anch’esso estinto nel lago, in<br />
quanto da parecchio tempo non viene<br />
più segnalato. Il cobite è una specie la<br />
cui reale autoctonia nell’Italia centromeridionale<br />
è oggetto di controversia<br />
(Bianco, 1995; Gianotti e Moretti,<br />
1966): in ogni caso è anch’essa inserita<br />
negli elenchi <strong>del</strong>la Direttiva Habitat<br />
(allegato II) ed è considerata a basso<br />
rischio di estinzione (Least Concern)<br />
dall’Unione per la Conservazione <strong>del</strong>la<br />
Natura (IUCN, 2010).<br />
Il siluro Silurus glanis Linnaeus è<br />
recentemente comparso nel lago <strong>Trasimeno</strong>,<br />
aggiungendosi alle altre 13 specie<br />
di origine alloctona, anche se la sua<br />
acclimatazione deve essere confermata<br />
in quanto finora sono state segnalate le<br />
catture di sporadici esemplari (Natali,<br />
com. pers.). Ciò è causa di evidenti preoccupazioni,<br />
poiché il siluro è un predatore<br />
in grado di modificare la composizione<br />
<strong>del</strong>le comunità ittiche originarie<br />
con cui viene in contatto (Ghetti et al.,<br />
2007).<br />
La grande differenza con quanto<br />
descritto a proposito <strong>del</strong> periodo precedente,<br />
è che in questo caso la maggior<br />
parte <strong>del</strong>le introduzioni è stata effettuata<br />
in modo involontario: molte <strong>del</strong>le<br />
specie esotiche che si sono aggiunte alla<br />
ittiocenosi <strong>del</strong> lago <strong>Trasimeno</strong> non hanno<br />
interesse commerciale, ma più spesso<br />
sono invasive e talvolta pericolose. Il<br />
carassio dorato Carassius auratus (Linneaus)<br />
ne costituisce un esempio, assieme<br />
alla pseudorasbora Pseudorabora parva<br />
(Schlegel), che è addirittura considerata<br />
una fra le 100 specie alloctone più pericolose<br />
al mondo (DAISIE, 2008). Tale<br />
specie compete per il cibo con alcune<br />
specie indigene e di interesse commerciale,<br />
si può alimentare degli stadi giovanili<br />
di altri pesci e può rappresentare<br />
il vettore di alcuni patogeni (tra i quali<br />
Spherotecum destruens), che costituiscono<br />
una gravissima minaccia per la fauna<br />
ittica (Gozlan et al., 2005).<br />
Una <strong>del</strong>le più frequenti cause di<br />
introduzione <strong>del</strong>le specie alloctone in<br />
Italia è da ricondurre alla pratica dei<br />
ripopolamenti: molte specie esotiche<br />
di piccola taglia o i loro stadi giovanili<br />
possono sfuggire ai controlli e venire<br />
immesse assieme al materiale da semina<br />
(Ghetti et al., 2007). Nel passato era<br />
anche molto diffusa l’attività di ripopolamento<br />
effettuata con “pesce bianco”,<br />
costituita da semine di materiale misto<br />
prelevato negli ambienti naturali, che<br />
ha veicolato un gran numero di specie<br />
esotiche (Bianco, 1998). Nel lago<br />
<strong>Trasimeno</strong> il sostegno effettuato con i<br />
ripopolamenti alle specie di interesse<br />
commerciale non è una consuetudine<br />
iniziata di recente, anche se tale pratica<br />
si è chiaramente avvantaggiata dei<br />
notevoli progressi legati allo sviluppo<br />
<strong>del</strong>le moderne tecniche di acquacoltura<br />
(Natali, 1996): alcuni manoscritti<br />
<strong>del</strong> 1200 narrano <strong>del</strong>l’obbligo allora<br />
già esistente di seminare ogni anno circa<br />
5000 anguille nel lago (Chiodini,<br />
1978). Nel 1917 ha iniziato ad operare<br />
nel lago il Consorzio Pesca ed Acquicoltura<br />
<strong>del</strong> <strong>Trasimeno</strong>, tra i cui scopi c’era<br />
quello di ricorrere agli interventi di<br />
ripopolamento per sostenere e potenziare<br />
la pesca professionale, anche attra-