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Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria

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A t t i d e l c o n v e g n o<br />

4 0 1<br />

Conclusioni<br />

Svedo Piccioni<br />

Direttore Generale Arpa <strong>Umbria</strong><br />

Prima questione, i controlli. Come<br />

sapete esiste una legge istitutiva, figlia<br />

<strong>del</strong> referendum, che ha stabilito che i<br />

controlli, i monitoraggi, la conoscenza<br />

e la salvaguardia <strong>ambientale</strong> non fanno<br />

più parte <strong>del</strong>la logica <strong>del</strong>le ASL, ma<br />

sono trasferiti a nuovi soggetti, le Arpa.<br />

Queste non solo studiano – cosa che<br />

fanno più pochi in Italia – ma si occupano<br />

anche di monitoraggio e controllo,<br />

mettendo i dati a disposizione<br />

<strong>del</strong> decisore politico. Il dramma nasce<br />

quando c’è sovrapposizione di enti che<br />

fanno le stesse cose. Perché se il monitoraggio<br />

e controllo viene effettuato da<br />

noi, dalle guardie provinciali, dai forestali<br />

ecc., si corre il rischio di andare tre<br />

volte dallo stesso imprenditore, magari<br />

dicendogli tre cose diverse. Il fatto è che<br />

c’è un ente deputato allo studio e all’approfondimento;<br />

gli altri enti, poiché<br />

hanno una conoscenza basata su una<br />

prassi quotidiana o storica, con competenze<br />

che inoltre cambiano nel corso <strong>del</strong><br />

tempo, non posseggono quelle caratteristiche<br />

necessarie per poter intervenire<br />

in termini innanzitutto di prevenzione,<br />

attraverso il supporto tecnico e<br />

non solo la punizione o il sequestro. È<br />

questo l’approccio culturale necessario<br />

per fare monitoraggio e controllo. Ma<br />

se questo non c’è – e questo significa<br />

studio, conoscenza, tecnologie avanzate<br />

che possono essere suggerire all’imprenditore<br />

ecc. – è chiaro che la situazione<br />

non può funzionare. Quando si<br />

parla di coordinamento, quindi, lo si<br />

deve fare a ragion veduta e con serietà.<br />

Il coordinamento è fatto di conoscenze<br />

che si mettono al lavoro e ognuno deve<br />

fare quello che più conosce. Questa è la<br />

prima grande regola per fare i controlli<br />

e il monitoraggio in maniera seria,<br />

altrimenti non si fanno né prevenzione<br />

né tutela. Prendiamo l’esempio di<br />

un’azienda che inquina con le cisterne:<br />

il primo problema è verificare la tipologia<br />

di sostanza che inquina, mettere<br />

in sicurezza ed evitare l’inquinamento.<br />

E invece magari intervengono altri soggetti<br />

e cosa fanno? Mettono subito sotto<br />

sequestro l’impianto. Con la cisterna<br />

che continua ad inquinare, con il<br />

rischio di peggiorare le cose. Quando si<br />

fa coordinamento, dobbiamo studiare e<br />

vere una cultura comune, perché allora

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