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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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La guerra fredda nella satira<br />

5. Vignetta dell’inglese David Low, 1952.<br />

[polacchi, ungheresi e jugoslavi tentano di infilarsi sotto le coltri<br />

dell’Unione Sovietica, mentre una sega taglia in due la Germania e in<br />

Francia e Benelux tornano a schierarsi truppe militari].<br />

6. Vignetta tratta dalla rivista sovietica Krokodil, 1952.<br />

Il francese dice all’americano: «Io non sollevo alcuna obiezione al<br />

nostro comune servizio nella Nato, se Lei mi garantisce che questo tipo<br />

è diventato vegetariano» [indicando un militare tedesco con le<br />

sembianze di un lupo famelico].<br />

7. Vignetta americana, 1949.<br />

Truman [che regge fra le braccia il pesante fardello della Nato] a<br />

Stalin [che gli domanda un fiammifero per accendere la propria pipa]:<br />

«Questo è un vecchio trucco, Josef» [per convincere gli Stati Uniti ad<br />

abbandonare la Nato].<br />

1. Quali temi della politica internazionale successiva al 1945 sono colti<br />

nelle vignette?<br />

2. Ricavate dalle vignette i modi nei quali rispettivamente una parte<br />

presenta l’altra.<br />

3. In quale misura queste vignette sono uno strumento politico nella<br />

guerra fredda?<br />

La guerra fredda nei libri di testo<br />

8. In un libro della Repubblica federale tedesca del 1956 lo sviluppo<br />

internazionale successivo al 1945 viene cosi descritto:<br />

Mentre i dirigenti russi non potevano superare la propria sfiducia nei<br />

confronti del mondo capitalista, Washington veniva loro incontro in quella fase<br />

con sicurezza e fiducia. Tale fiducia è alla base delle decisioni della conferenza di<br />

Yalta e determina ancora l’incontro a Postdam tra il presidente Truman e Stalin<br />

del luglio-agosto 1945. Il subitaneo inizio della sovietizzazione della Polonia,<br />

dell’Ungheria, della Romania, della Bulgaria e dell’Albania – una violazione dei<br />

principi della Carta atlantica e delle promesse ripetutamente fatte – conduce a<br />

una prima delusione. Essa viene presto rafforzata dalla politica di occupazione russa<br />

nell’area orientale della Germania, dal tentativo di favorire i comunisti in Grecia a<br />

raggiungere il potere, dalle pressioni della Turchia per ottenere gli stretti marini e infine<br />

dalla permanenza delle truppe sovietiche nella Persia del nord. Soltanto su decisa<br />

pressione inglese e americana esse vengono ritirate. Inoltre l’Unione Sovietica tenta di<br />

accampare pretese russe sull’eredità delle colonie italiane e con ciò infine di avanzare<br />

sul Mediterraneo. Già nel febbraio 1946 Stalin afferma in un suo<br />

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