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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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«La rivoluzione parigina di febbraio è il punto di partenza di una serie di<br />

sollevazioni che dilagano nell’Europa tra il marzo e il giugno del 1848. Molte idee<br />

sono comuni ai rivoluzionari dei diversi stati» (Brignon, 1988, p. 144).<br />

L’omogeneità delle situazioni politiche quale tratto distintivo<br />

dell’Europa non è quindi un criterio grazie al quale possono essere<br />

descritte univocamente condizioni generali. Anche i processi politici di<br />

trasformazione vanno ricondotti a un comune denominatore europeo.<br />

Consideriamo un ultimo esempio di tematizzazione dell’Europa sulla<br />

base di tendenze comuni, tratto dal volume di Magnard; nel capitolo<br />

L’Europa, centro del mondo si legge (Bernard e Roche, 1988, p. 21):<br />

Gli europei si erano lanciati a partire dal secolo XV nell’avventura delle<br />

grandi scoperte per avere diretto accesso all’oro dell’Africa o alla spezie e alle<br />

sete dell’Asia... Spagnoli, portoghesi, poi inglesi, olandesi e francesi a partire<br />

dal XVI secolo hanno fondato case di commercio e colonie.<br />

Al punto 2. con il titolo L’Europa organizza il mondo questa<br />

prospettiva, valida per una serie di stati presentati quali forze trainanti, si<br />

trasforma in soggetto d’azione unitario (Bernard e Roche, 1988, p. 21):<br />

Per procurarsi i prodotti di lusso in Asia... l’Europa non aveva molte<br />

contropartite da offrire... Gli indiani mal resistevano al duro lavoro delle<br />

piantagioni, l’Europa si volge allora all’Africa per prendervi una<br />

manodopera servile.<br />

Non si potrà rimproverare a questa presentazione di essere scorretta.<br />

Essa evidenzia ancora una volta in modo emblematico come da<br />

un certo numero di stati europei nasca l’Europa. Qui ha luogo, per cosi<br />

dire sottobanco, un mutamento significativo del soggetto storico di<br />

riferimento. Al più tardi a partire dall’indagine di Simon Schama (1988)<br />

sulla «cultura dell’Olanda nell’età dell’oro» si può valutare in modo<br />

dettagliato come la nuova ricchezza delle colonie si ripercuota<br />

differentemente nei singoli paesi europei per quanto riguarda la cultura<br />

e la mentalità.<br />

In breve, criteri di maggioranza come «monarchia» o «ricchezza<br />

coloniale» rappresentano per quanto riguarda l’Europa un’estrapolazione<br />

che di certo va intesa in modo problematico; tanto più che essa,<br />

come si mostrerà nel seguito, può essere trasformata senza riflettere in<br />

una sorta di clausola valida nella metà dei casi esaminati.<br />

Nel capitolo L’Europa barocca del volume di Belin la forma artistica<br />

del barocco viene definita in modo appropriato come fenomeno<br />

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