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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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le. Non vi sarebbe nulla da obiettare a questo procedimento se la<br />

funzione degli esempi fosse esplicita. Invece i titoli dei capitoli dedicati<br />

all’Europa alludono a una dimensione sovranazionale – anche non<br />

sincronica – che di fatto non è raggiunta da nessuna parte. Gli studenti<br />

devono in effetti avere l’impressione che quanto è francese e quanto è<br />

europeo siano in larga misura identici. Ciò è illustrato da due esempi.<br />

Nel volume della casa editrice Belin al capitolo relativo all’alba del<br />

Medioevo segue il risveglio dell’Europa; con questo titolo si fa chiaramente<br />

riferimento a fenomeni culturali (arte romanica e gotica), strutture<br />

sociali (come la signoria), avvenimenti e organizzazione della politica.<br />

Anche con le migliori intenzioni, tuttavia, non si riesce a capire che cosa<br />

qui si risvegli e come. Almeno nella descrizione delle crociate si sarebbe<br />

potuto tematizzare l’ambivalente incontro fra gli «europei», attirando<br />

l’attenzione sul fatto che, si, in verità le crociate suscitavano una sorta di<br />

senso cristiano di solidarietà, ma allo stesso tempo sviluppavano<br />

l’insieme dei deprecati stereotipi nazionali: si imparò a conoscersi ma<br />

non a stimarsi incondizionatamente.<br />

Che cosa si trova quindi nel volume di Belin? In esso è presupposta<br />

l’«unità dell’Occidente» e l’attenzione è rivolta ai «contatti di civiltà» fra<br />

cristiani e musulmani. A tal proposito rimane irrisolto in quale misura i<br />

termini cristiano ed europeo siano sinonimi: questa differenza non<br />

viene affrontata. La coscienza di sé degli uomini di allora non viene<br />

distinta dall’interpretazione storica successiva di Europa. Europa è<br />

allora una pura etichetta. Comunque, un’etichetta che nasconde<br />

ampiamente il consueto orientamento storico-nazionalistico, senza<br />

farlo sparire del tutto. L’Europa come spazio e rete di comunicazione<br />

è illustrata quasi esclusivamente con l’ausilio di cartine geografiche.<br />

Quelle dedicate alle relazioni commerciali rendono da subito evidente<br />

il problema che non si può intendere l’Europa come uno spazio<br />

chiuso: soltanto mostrando la specifica ricchezza delle vie di<br />

comunicazioni si potrebbe definire uno spazio europeo. Un tale punto<br />

andrebbe sviluppato nel testo, ma manca agli autori la capacità ideativa<br />

con cui avvicinare gli studenti ai diversi livelli di identità continentale.<br />

Cosi l’Europa nei manuali scolastici è in primo luogo un correttivo, il<br />

cui peso e significato è sempre funzione diretta del puro livello<br />

storico-nazionalistico. Ciò appare chiaramente confrontando nella tabella<br />

1 il numero delle pagine dedicate alla Francia rispetto al numero<br />

di pagine dedicate all’Europa in generale.<br />

Se si osservano la prima e la terza riga dei tre manuali per la quinta<br />

classe, si rileva d’altra parte che l’ampiezza dei capitoli di imposta-<br />

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