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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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parte dell’Asia sotto il loro controllo, colonizzarono le parti abitabili delle<br />

Americhe e dell’Australasia e raggiunsero il Polo Nord e il Polo Sud. Il<br />

Giappone soltanto rimaneva effettivamente indipendente dall’Europa,<br />

eppure quest’indipendenza fu mantenuta solo grazie all’imitazione completa<br />

dell’industria e della tecnologia europea. Mai nella storia un singolo<br />

continente aveva dominato tanto il resto del mondo.<br />

Il tono generale dell’orientamento europeo, come è inteso nei libri<br />

di testo e palesato attraverso la mescolanza di studi sui singoli paesi e le<br />

trattazioni generali, viene ribadito nel volume di Tate (1989b, p. 2) –<br />

Peoples and Events in the Modern World: Qui l’Europa è concepita come un<br />

ripiegamento rispetto ad eventi mondiali che si svolgono altrove e sono<br />

diretti da altre forze:<br />

Oggi questi imperi sono quasi del tutto scomparsi. Al loro posto è sorto un<br />

gran numero di nuovi stati. L’Europa, privata delle sue colonie, si è ritirata in se<br />

stessa. Il processo di decolonizzazione, cosi com’è conosciuto, significa la fine<br />

di quasi quattrocento anni di espansione europea, cominciati con i viaggi di<br />

esplorazione nel tardo secolo XV. Per secoli l’Europa si vide al centro del<br />

mondo. Per molti versi lo è quasi certamente stata. Ora non lo è più.<br />

3.3. Orientamento europeo dopo il 1945: perdita di centralità<br />

Alla base della perdita di rilievo per l’orientamento europeo vi è lo<br />

spostamento degli eventi mondiali dall’Europa ad altre regioni del<br />

mondo, come è il caso per il periodo successivo al 1945 (si veda la tab.<br />

3b). Le differenze nel modo di intendere l’Europa si fanno chiare nel<br />

caso dei volumi di Peter Fisher (1989) – The Great Power Conflict after<br />

1945 – e di Derek Heater (1990 2 ) – Our World Today – che si occupano<br />

esclusivamente del secondo dopoguerra. In quest’ultimo i paesi<br />

europei compaiono soltanto come luoghi di disputa di conflitti<br />

collegati alla guerra fredda e alla polarizzazione est-ovest dopo la<br />

seconda guerra mondiale. Capitoli riferiti all’Europa trattano della<br />

Germania (ad esempio il blocco di Berlino e la costruzione del muro,<br />

offrendo persino un gioco – Defector – nel quale gli studenti devono<br />

fuggire da Berlino est) e la Cecoslovacchia del 1968. Il significato<br />

profondo della storia per questo testo scolastico si trova altrove: in<br />

Cina, Corea, Cuba, Vietnam, Vicino Oriente, Afghanistan. Là si<br />

muove la storia. L’Europa – cosi sembra asserire – è ormai zona cuscinetto<br />

di grandi potenze nemiche. Nel volume di Heater (1990 2 )<br />

l’impostazione tematica della storia non solo è costruita in modo tale<br />

che le potenze extraeuropee o le superpotenze eclissano l’Europa ed<br />

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