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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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va dell’Europa si ritrova anche nel Calvani-Giardina (vol. II, 1987, p. 82)<br />

all’inizio del capitolo sulle crociate: «La società dell’Europa cristiana si<br />

fondava sulla violenza: violenza dei potenti sui deboli, ma anche dei<br />

potenti contro i potenti»; una violenza che la chiesa dirigerà contro gli<br />

infedeli.<br />

L’altro tema che domina la storia europea del medioevo è la crisi<br />

dell’impero e il sorgere degli stati nazionali. A questo proposito ritroviamo<br />

nel Calvani-Giardina l’idea, già riscontrata nel Caocci, che l’impero<br />

carolingio sia il nucleo dell’Europa (Calvani e Giardina, vol. II,<br />

1987, p. 35):<br />

I tre regni formatisi in seguito all’accordo di Verdun non erano solo una<br />

conseguenza della volontà degli eredi di Carlomagno di spartirsi il potere. Essi<br />

esprimevano anche un evento di grande importanza nella storia europea:<br />

l’emergere delle tre principali nazionalità del continente, la tedesca, la francese,<br />

l’italiana. Alla spartizione politica dell’Europa corrispondeva infatti una divisione<br />

di popoli. Questa si esprimeva anche dal punto di vista linguistico.<br />

Questa definizione delle nazionalità più importanti sembra francamente<br />

azzardata: che dire infatti degli spagnoli e degli inglesi? Anche in<br />

questo caso sembra esserci uno scivolamento retrogrado dell’Europa dei<br />

Sei. Una scheda dedicata allo stile romanico ne mette in luce il carattere<br />

europeo: vi sono foto del duomo di Magonza, di quello di Worms,<br />

dell’abbazia di Cluny, del duomo di Pisa e della chiesa di S. Zeno a<br />

Verona: ancora le solite tre nazionalità (Calvani e Giardina, vol. II, 1987,<br />

pp. 52-53).<br />

Il tema della crisi dell’impero di fronte all’emergere degli stati nazionali<br />

dà modo a Caocci di inserire un’altra scheda europeistica, che<br />

riguarda Federico II di Svevia. Egli scrive che la battaglia di Bouvines<br />

del 1214, in cui i francesi batterono l’imperatore Ottone IV, alleato degli<br />

inglesi, fece capire a Federico II che la supremazia dell’impero era finita<br />

e che bisognava venire a patti con le nuove realtà politiche. Pertanto,<br />

continua Caocci (vol. II, 1990, p. 162),<br />

Federico II di Svevia lanciò un’idea veramente moderna: tutti gli Stati<br />

del nostro continente avrebbero dovuto unirsi in una Federazione<br />

guidata dall’Imperatore, ma nella quale ognuno di essi conservasse la<br />

propria autonomia e i propri organi di governo, a cominciare dai sovrani.<br />

Qualcosa di simile agli Stati Uniti d’Europa, in pieno secolo XIII!<br />

Secondo Caocci, questo progetto significava realizzare «sul piano<br />

politico quell’“idea di Europa” che si era formata con Carlo Magno»<br />

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