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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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In tale quadro appare contrastante la descrizione degli stessi europei,<br />

effettuata attraverso gli occhi di un abitante di Ceylon, il quale riferisce<br />

che costoro<br />

sono una razza di uomini molto bianchi e belli, che portano stivali e<br />

copricapi di ferro e mai fanno sosta in un luogo. Mangiano una sorta di<br />

pietra bianca [biscotti] e bevono sangue [vino]... Hanno cannoni dal<br />

rumore di un tuono, e un proiettile di uno di essi, dopo aver sorvolato per<br />

cinque chilometri, trapassa ancora una fortezza di marmo.<br />

Soltanto successivamente si trova la descrizione del viaggio di Colombo,<br />

qui come nella maggior parte degli altri manuali presentato in<br />

modo dettagliato (per alcune pagine è cosi permesso all’autore del testo<br />

di cimentarsi come scrittore di romanzi d’avventura!). Non tuttavia in<br />

Geschichte in vier Bänden, dove con l’interrogativo Chi scopre chi?, è trattato<br />

in modo critico unicamente l’eurocentrismo della storia<br />

dell’esplorazione. L’autore, Cornelissen, in un passo altrove mai utilizzato,<br />

lascia la parola allo storico francese Pierre Chaunu (Zuber e<br />

Holzbauer, vol. II, 1985, p. 144):<br />

Gli sforzi intrapresi ben prima dai cinesi... che per oltre un secolo<br />

navigarono per l’Oceano Indiano prima di Vasco da Gama, e i risultati dei<br />

polinesiani nella navigazione sèmbrano non contare affatto... Ciò che conta<br />

è l’Europa, perché è l’Europa a progettare, intraprendere, agire e scoprire.<br />

L’Europa soltanto è il mondo. Il resto è ancora soltanto oggetto, oggetto<br />

per l’appunto dell’esplorazione per l’Europa. Per questo motivo l’Africa, la<br />

lontana Asia e l’America entrano nella storia soltanto nel momento in cui<br />

gli europei appaiono sulle nuove rotte di navigazione con la loro bandiera,<br />

le loro merci, le loro intenzioni e il loro pensiero.<br />

Il tramonto delle culture indiane – cosi il titolo di un paragrafo in Geschichte in<br />

vier Bänden (Zuber e Holzbauer, vol. II, 1985, p. 146) o la loro<br />

«decapitazione» – secondo Geschichtsbuch (Hofacker e Schuler, vol. II, 1986,<br />

p. 220) è quindi motivo di rammarico e di condanna perché esse, dal punto<br />

di vista europeo, proprio a causa del loro elevato grado di sviluppo –<br />

osservato anche da una parte dei contemporanei – furono riconosciute<br />

grandi culture 4 . Le descrizioni delle ingiustizie e dei delitti compiuti dagli<br />

spagnoli nei confronti degli inca e degli aztechi (schiavitù compresa; si veda<br />

Hofacker e Schuler, vol. II, 1986, p. 228 e segg.) fanno leva sull’empatia e<br />

provocano negli studenti di questo gruppo d’età un giudizio morale. Ciò<br />

riguarda in particolare le descrizioni dettagliate nel capitolo A chi ap-<br />

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