27.05.2013 Views

Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

L’inserimento della famiglia come metafora dell’Europa non è episodico<br />

e torna ripetutamente nel manuale, come si avrà occasione di rilevare<br />

più avanti: si tratta di un’immagine che ha una sicura capacità di<br />

suggestione. In tal modo si postula infatti, senza bisogno di dimostrazione,<br />

l’esistenza di una particolare forma di comunità, cioè una<br />

famiglia, all’interno della quale i conflitti sono dunque senz’altro<br />

fratricidi, ma potenzialmente superabili: un finalismo eudemonistico,<br />

almeno per gli europei. I rapporti con chi non appartiene a questa<br />

comunità non sono definiti; comunque è implicito che al di fuori c’è<br />

«l’altro».<br />

Nel discorso di Caocci si notano anche alcuni scivolamenti concettuali<br />

che sembrano derivare da un’influenza dell’ideologia europeistica<br />

contemporanea. Egli passa infatti quasi inavvertitamente dall’idea di<br />

Christianitas e dalla polemica legata alla translatio Imperii all’idea di<br />

Europa, in senso culturale e politico, che Carlo Magno avrebbe dato<br />

«agli abitanti del suo impero». Già questo riferimento agli «europei»<br />

appare tanto allusivo quanto generico e non dimostrato. Ma, a parte ciò,<br />

in generale Caocci confonde realtà di fatto con coscienza. Un errore dal<br />

quale, oltre quarant’anni fa, metteva in guardia lo storico italiano<br />

Federico Chabod proprio nell’introduzione a un corso di storia<br />

moderna dedicato all’idea di Europa: «se delle basi diremo di fatto della<br />

civiltà europea si può parlare sin dal mondo antico e ancor più dal<br />

trionfo del cristianesimo e della civiltà cristiana, cioè dal Medioevo, di<br />

una precisa e chiara coscienza europea non si può discorrere se non<br />

nell’età moderna» (Chabod, 1948, p. 6).<br />

Complessivamente il brano del Caocci sopra riferito è impregnato; di<br />

un finalismo europeistico decisamente agiografico: ne è una prova<br />

l’osservazione finale, accompagnata da allusivi puntini di sospensione,<br />

sulla «coincidenza» fra Europa dei Sei e impero carolingio. Un’osservazione<br />

che sottintende una visione occidentale dell’Europa e suggerisce<br />

che i protagonisti della storia europea sono sempre, da sempre, gli stessi:<br />

prova questa di un destino immancabile.<br />

Al di là del diverso taglio ideologico, tutti gli autori dei manuali<br />

esaminati concordano giustamente nel ritenere che Carlo Magno abbia<br />

dato un fondamentale contributo alla storia d’Europa con l’istituzione<br />

del feudalesimo. Gli altri due momenti fondamentali della storia d’Europa<br />

nel medioevo sono da un lato la sua espansione e dall’altro il suo<br />

riassetto interno fino alla creazione degli stati nazionali.<br />

L’espansione dell’Europa ha due facce: una è la cristianizzazione di<br />

popoli vicini, talora invasori, come gli ungari e i vichinghi, talora invasi,<br />

come i balti e gli slavi vittime del Drang nach Osten [spinta a<br />

415

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!