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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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zione una parte considerevole della storia italiana, che altrimenti di rado<br />

compare nei manuali di storia tedeschi, se non a proposito del fascismo.<br />

Sicuramente in questo caso influisce la relativa vicinanza<br />

all’Italia dell’area di diffusione del manuale. Di norma il paese europeo<br />

più trattato è la Francia, seguita dalla Gran Bretagna e dalla Russia (o<br />

dall’Unione Sovietica). Se da sempre gli storici e autori tedeschi hanno<br />

rivolto una particolare attenzione alla Francia per il suo rapporto di<br />

vicinanza con la Germania tanto conflittuale nella storia, la posizione<br />

privilegiata di cui gode l’Inghilterra è il risultato di un’evoluzione<br />

compiutasi nella didattica dopo la sconfitta del nazionalsocialismo. Da<br />

allora l’Inghilterra rappresenta, nella didattica della storia, il paese<br />

modello per il cammino occidentale verso la democrazia e l’industrializzazione,<br />

anche se ciò conduce talvolta a un’immagine troppo<br />

conciliante e armonica della società inglese all’inizio dell’industrializzazione<br />

e nella fase successiva (Schissler, 1985). Nei manuali tedeschi la<br />

Polonia, almeno a partire dagli anni ottanta, trova una maggiore<br />

considerazione di quella che le riservano i manuali degli altri paesi oggetto<br />

della nostra ricerca. Si tratta di una conseguenza del lavoro, durato<br />

anni e apprezzato dal pubblico tedesco e da quello polacco, della<br />

commissione per i manuali scolastici dei due paesi (Gemeinsame deutsch-polnische<br />

Schulbuchkommission, 1987; Id., 1989).<br />

Una novità è rappresentata dalla franchezza con cui alcuni manuali<br />

descrivono gli effetti della colonizzazione, anche nei suoi aspetti più<br />

crudeli; spesso è chiaro il tentativo di suscitare nell’alunno il rispetto<br />

verso culture estinte. Certamente, non si giunge a un reale confronto<br />

culturale, poiché – per citare direttamente dalla ricerca – «si presentano<br />

culture extraeuropee soltanto quando sono vittime dell’espansionismo<br />

europeo dall’inizio dell’età moderna o in seguito». I punti di vista,<br />

inoltre, cambiano all’interno dello stesso volume: ad esempio, la casa<br />

editrice Schöningh/Schroedel, nel volume «von Kolumbus bis Bismark»<br />

– nella collana «von... bis» pensata per la Realschule e quindi non inclusa<br />

nella presente ricerca sui manuali – introduce tale argomento con i<br />

capitoli Gli europei alla scoperta della Terra e Gli europei alla conquista del<br />

Nuovo Mondo; ma poi una pagina presenta la «vita nel regno inca prima della<br />

conquista spagnola» sollevando in prospettiva critica l’interrogativo delle<br />

«conseguenze della colonizzazione europea».<br />

L’analisi dei manuali di geografia non ha condotto ad alcun risultato<br />

sorprendente nel confronto con i vari paesi. L’Europa è presa in<br />

considerazione non tanto nell’insegnamento corografico, quanto all’interno<br />

delle unità didattiche con specifiche finalità espositive. Nella<br />

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