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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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Appendice<br />

Gli esempi qui riportati dei manuali scolastici e dei sussidiari presi in<br />

esame intendono documentare i differenti approcci didattici alla<br />

tematica europea. Sono stati scelti approcci alla tematica che si<br />

differenziano chiaramente l’uno dall’altro e per questo evidenziano la<br />

portata dei presupposti didattici del materiale esaminato.<br />

L’Europa tra le due guerre<br />

Pace a richiesta?<br />

Alla fine della prima guerra mondiale con la monarchia danubiana austroungarica<br />

e con l’impero ottomano erano scomparse due grandi potenze<br />

dell’anteguerra. L’impero tedesco e l’Unione Sovietica per il momento non<br />

erano più fattori di potenza. La Francia poteva ora sentirsi la potenza più forte<br />

del continente.<br />

In un primo momento parve che la democrazia nel senso di Wilson potesse<br />

imporsi su un ampio fronte. Il passaggio dall’economia di guerra alla congiuntura<br />

di pace, tuttavia, nella maggior parte dei paesi si accompagnò al ristagno<br />

economico e all’inflazione. Il periodo di crisi favori i movimenti radicali di<br />

destra e sinistra.<br />

L’ordine stabilito nei trattati dei «sobborghi di Parigi» non poteva eliminare<br />

i focolai di conflitti nell’Europa orientale e sudorientale; la guerra mondiale<br />

spesso aveva soltanto coperto le tensioni. Nei nuovi stati scoppiavano di<br />

nuovo gli antichi contrasti, ai quali si aggiungevano nuovi nazionalismi: russi e<br />

turchi, greci e turchi, serbi e bulgari, rumeni e bulgari, russi e polacchi erano in<br />

contesa fra di loro. L’Ungheria, che aveva dovuto cedere grandi aree alla<br />

Cecoslovacchia, alla Romania e alla Jugoslavia, non si rassegnava alla perdita di<br />

circa un milione di suoi abitanti. La Polonia era tornata ad essere uno stato<br />

sovrano, tuttavia il territorio dello stato fissato nel 1920 comprendeva una<br />

quota del 40 per cento di popolazione non polacca, fra tedeschi, russi, lituani e<br />

cechi.<br />

Nei Balcani la «dittatura regia» divenne la forma statale tipica: in considerazione<br />

della confusione politica interna il re, quale capo dell’esecutivo, abolì la costituzione e i<br />

diritti di libertà individuale. La Cecoslovacchia rimase democratica, la sola fra i nuovi<br />

stati. La Turchia non si rassegnava alle linee di confine stabilite col il trattato di Sèvres.<br />

Con una guerra nazionale tra il 1920 e il 1922 scacciò i greci dall’Asia minore, ponendo<br />

fine ai tremila anni di insediamento greco a est dell’Egeo. L’Armenia fu conquistata dai<br />

turchi fino al Caucaso. Diecimila armeni e curdi furono vittime della violenza turca.<br />

Nel 1923 la Turchia divenne, con Mustafa Kemal, detto Atatürk, una repubblica. Con<br />

pieni poteri dittatoriali, Atatürk prese a trasformare l’ordine interno, il sistema giuridico<br />

e l’educazione pubblica del paese secondo il modello occidentale.<br />

Lo scuotimento della posizione di supremazia europea dopo la guerra mondiale si<br />

mostra anche in parti del mondo più lontane Il nazionalismo indiano (si<br />

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