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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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sti la Spagna e la Sicilia); territori abitati da popoli diversi (normanni<br />

o vichinghi, anglosassoni, slavi, ungari), prevalentemente non cristiani»<br />

(Cartiglia, vol. II, 1989, p. 4). Simile è la posizione del manuale delle<br />

Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori. Già dalle frasi che aprono il<br />

secondo volume è evidente, anche se implicito, che per Europa si<br />

intende la sua porzione occidentale. Leggiamo infatti: «Il periodo che<br />

va dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente fin verso l’anno Mille<br />

fu per l’Europa un’epoca di grave crisi economica e di decadenza delle<br />

strutture sociali» (Aa.Vv., vola II, 1987, p. 14). «Questa crisi – si<br />

precisa – era però limitata alle nazioni dell’ambito europeo. Altre<br />

regioni furono invece protagoniste di un periodo di grande prosperità<br />

e civiltà» (Aa.Vv., vol. IL 1987, p. 14). Subito dopo si comincia a<br />

parlare degli splendori dell’impero bizantino: il quale, dunque,<br />

dell’Europa non faceva parte.<br />

Quali sono le ragioni di questa esclusione? Possiamo qui fissare un<br />

primo elemento che definisce l’Europa al di là della dimensione geografica,<br />

un elemento sul quale concordano quasi tutti i manuali: la decadenza<br />

che si riscontra all’inizio della sua storia. È dunque dell’Europa<br />

romano-barbarica che si parla, quella che culmina nell’impero carolingio.<br />

Un’Europa unita, oltre che dalla depressione economica, anche<br />

da elementi culturali che la distinguono dal mondo bizantino: la<br />

tradizione romana innestata dalla cultura germanica e il cattolicesimo<br />

romano.<br />

La depressione economica non è solo un elemento materiale che<br />

caratterizza l’Europa. In un altro manuale, il Calvani-Giardina (vol. II,<br />

1987, p. 7), essa diviene fondamento di un destino storico:<br />

Questo Occidente depresso sembrava inesorabilmente avviato a una posizione<br />

periferica rispetto alle grandi civiltà del mondo. Il suo declino, dopo il<br />

secolare splendore dell’Impero romano, poteva apparire, ben a ragione, inarrestabile.<br />

In realtà non fu cosi: la storia che leggeremo in questo volume racconta<br />

proprio la rinascita dell’Europa e la sua ascesa a grande potenza<br />

dominante su tutto il pianeta... Per tornare al livello di crescita economica<br />

raggiunto dalla società romana nel momento della sua massima espansione,<br />

l’Europa occidentale impiegherà circa mille anni. Mille anni di storia che<br />

vanno sotto il nome di Medioevo.<br />

Ci troviamo qui di fronte a una forzatura ideologica eurocentrica: per<br />

gli autori l’Europa occidentale è l’erede della civiltà e del destino storico<br />

di Roma e quindi il senso della storia è, esplicitamente, il ritorno<br />

dell’Europa allo splendore, e alla capacità di dominio, dell’impero<br />

romano. Si noti fra l’altro che l’Europa, nella sua veste imperia-<br />

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