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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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Ci si potrebbe pure domandare che cosa più precisamente debba<br />

intendersi nel secolo XVII con «sentimento nazionale». In ogni caso<br />

quest’espressione facilmente trae in inganno, giacché suppone<br />

un’analogia fra gli atteggiamenti collettivi del secolo XVII e quelli del<br />

secolo XIX. Alla luce della ricerca più recente ciò si può difficilmente<br />

sostenere.<br />

Non è questa la sede per discutere; molto di più ci interessa qui valutare<br />

secondo quali criteri l’Europa è intesa quale area strutturata politicamente<br />

in modo unitario.<br />

Il criterio fondamentale si trova evidentemente nel fatto che la monarchia<br />

nel periodo considerato era la forma di governo in assoluto più<br />

diffusa. Detto diversamente: un’omogeneità quantitativa degli ordinamenti<br />

politici costituisce da questo punto di vista un’uniformità,<br />

un’unità dell’Europa. Si è già richiamata l’attenzione sul fatto che tale<br />

uniformità è indicata in modo incerto dal termine monarchia a causa<br />

delle grandi differenze che si nascondono dietro questa definizione.<br />

Vanno spiegate inoltre le «irregolarità» o «eccezioni»: ad esempio, non si<br />

vorrà escludere la Svizzera perché non è una monarchia; e l’Olanda,<br />

rappresentata negli «Stati Generali», una repubblica con un’autorità<br />

statale semi-monarchica nella figura dello stadholder, rappresenta un caso<br />

che pure mal si adatta a essere etichettato come «monarchia». Tuttavia,<br />

si vorrà comprendere nell’Europa l’Olanda.<br />

Anche nel volume di Hatier si può trovare tale criterio. Nel capitolo<br />

L’Europa dei principi e le nazioni (1815-1871) si fa valere per europeo un<br />

tratto politico dominante (Brignon, 1988, p. 142):<br />

Nel giugno 1815 al Congresso di Vienna sono rappresentati 140 stati, ma i<br />

re d’Inghilterra e di Prussia, gli imperatori d’Austria e di Russia impongono<br />

le loro idee. La carta dell’Europa è decisa secondo due principi: restaurazione<br />

delle monarchie, equilibrio tra le grandi potenze.<br />

Anche qui l’Europa è definita e caratterizzata attraverso un modello<br />

prevalente di potere politico. A differenza del volume di Belin, tuttavia,<br />

in questo caso è ben più chiaro che nella trattazione delle forme<br />

politiche di potere non si cerca alcun elemento costitutivo dell’Europa,<br />

ma si intende produrre una sorta di inventario sovranazionale.<br />

Certamente anche questo inventario non può fare a meno di dipingere<br />

l’Europa quasi come un terreno d’azione in cui mutamenti locali<br />

possono sempre ripercuotersi sul tutto. A ciò alludono frasi come: «Le<br />

frontiere fra stati ignorano la volontà dei popoli» (Brignon, 1988, p. 142)<br />

o, in riferimento alla rivoluzione di febbraio del 1848 in Francia:<br />

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