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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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cordiamo le parole del Mazzini, non doveva essere un punto di arrivo, ma il<br />

punto di partenza verso un’Europa Unita formata da popoli liberi e uguali. È<br />

legittimo, inoltre, che ciascuno ami il proprio paese, sia fiero di appartenervi e<br />

si adoperi per vederlo sempre migliore e sempre più civile: ma questo legittimo<br />

sentimento di Patria, di cui non ci si deve affatto vergognare, purtroppo fu<br />

travisato e non tardò a degenerare nel nazionalismo... per i nazionalisti la<br />

propria nazione «è» la migliore e la più civile fra tutte! Le conseguenze, a questo<br />

punto, non potevano essere che l’imperialismo e, soprattutto, il razzismo.<br />

Infatti, se la propria nazione è superiore alle altre, «deve» necessariamente<br />

prevalere e dominare, attraverso l’imposizione e la conquista; deve, in poche<br />

parole, conquistarsi un impero. Ma questa presunta supremazia suppone che la<br />

nazione sia costituita da un popolo «superiore», che quindi ha il «diritto» di<br />

considerare «inferiori» le altre razze... Basandosi su questi concetti, le varie<br />

nazioni si disposero a far valere il proprio «punto di vista», le proprie «ragioni»,<br />

con le armi: si giunse cosi al militarismo, cioè alla tendenza a risolvere con la<br />

forza qualsiasi questione.<br />

A questi «-ismi» se ne aggiunsero altri, quali l’irredentismo, il pangermanesimo<br />

e il panslavismo, che congiuntamente precipitarono<br />

l’Europa nella prima guerra mondiale (Caocci, vol. III, 1990, p. 226). Il<br />

declino dell’Europa, che cominciò allora, fu completato dalla seconda<br />

guerra mondiale, che Caocci definisce come «aggressione all’Europa»<br />

(Caocci, vol. III, 1990, p. 291): un’aggressione fatta da Germania e<br />

Italia. Il fascismo viene infatti esplicitamente definito da Caocci come<br />

1’«Antieuropa», in una delle schede europeistiche in cui ricostruisce lo<br />

sviluppo dell’idea di Europa tra le due guerre (Caocci, vol. III, 1990, pp.<br />

283-84). Antieuropa era appunto il titolo di una rivista uscita in Italia nel<br />

1929, dalla quale Caocci cita un brano in cui si attacca violentemente il<br />

progetto di una sorta di Mercato comune europeo avanzato allora da<br />

Aristide Briand. In questa scheda Caocci ricorda anche altri europeisti di<br />

quel periodo, da Luigi Einaudi a Coudenhove-Kalergi, a Benedetto<br />

Croce, nonché l’idea di Trockij di costituire gli Stati Uniti Socialisti<br />

d’Europa.<br />

9. I manuali di storia e la comunità europea<br />

Siamo cosi giunti alla seconda guerra mondiale, un momento cruciale<br />

della storia d’Europa, che rappresenta il punto più basso del suo declino<br />

e l’avvio del processo di unificazione. A questo punto è molto<br />

interessante rilevare lo scarso – o addirittura scarsissimo – peso che ha<br />

la comunità europea nella maggior parte dei manuali (con l’ovvia eccezione<br />

dell’europeista Caocci) annegata, come elemento decisamente<br />

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