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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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e, nonostante il suo inevitabile fallimento, attribuire a Federico II la<br />

qualifica di «”grande” e, soprattutto, moderno» (Caocci, vol. II, 1990, p.<br />

162).<br />

Il fenomeno della formazione degli stati nazionali è sottolineato da<br />

tutti i manuali, con maggiore o minore insistenza, come elemento di<br />

transizione fra medioevo ed età moderna. Cartiglia cita in proposito, in<br />

una scheda di lavoro, un brano dello storico Alberto Tenenti, il quale<br />

collega la formazione di questi stati nazionali all’affermazione dell’idea<br />

di Europa (Cartiglia, vol. II, 1989, p. 133):<br />

dal 1300 in poi si accentua il sentimento di solidarietà tra gli abitanti di uno<br />

stesso regno; le grandi monarchie riescono ad acquistare sempre maggiore<br />

prestigio, approfittando di una notevole decadenza del Papato; la parola<br />

«Europa» diviene – verso la fine del 1400 – di uso corrente, e tende a<br />

sostituire quella di «Cristianità».<br />

7. I manuali di storia: l’età moderna<br />

Il medioevo tramonta con la caduta di Costantinopoli e l’età<br />

moderna si apre con le scoperte geografiche. La combinazione di questi<br />

due eventi e dei loro rispettivi sviluppi segna una svolta nella storia<br />

d’Europa, che il manuale delle Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori<br />

sintetizza efficacemente in una breve scheda intitolata Gli europei avanzano<br />

ovunque, salvo che nel Mediterraneo (Aa.Vv., vol. II, 1987, p. 142).<br />

Solo due fra i cinque manuali esaminati, il Calvani-Giardina e il<br />

Cartiglia, ritengono necessario porre in termini problematici l’inizio della<br />

supremazia europea sul mondo. Calvani e Giardina (vol. II, 1987, p.<br />

186) si chiedono «Perché gli Europei? Né all’Islam né alla Cina – le due<br />

civiltà più ricche e progredite dell’epoca – mancavano le ricchezze, i<br />

mezzi tecnici o lo spirito d’avventura per spingersi in mezzo agli<br />

oceani». La risposta viene trovata nella combinazione di due elementi:<br />

uno tecnologico, la costruzione della caravella, e uno politico, cioè<br />

l’insufficienza del prelievo fiscale dei vari stati europei per far fronte alle<br />

spese militari, al mantenimento dell’apparato amministrativo e delle<br />

corti. La ricerca di oro e argento sarebbe dunque stata la molla delle<br />

scoperte geografiche.<br />

Ma in tal modo viene risolto un solo aspetto del problema: nulla si<br />

dice infatti sul perché l’Islam e la Cina non fecero concorrenza agli stati<br />

europei. Più completo, e meno eurocentrico, è invece il Cartiglia; nel cui<br />

manuale, a dire il vero, il problema non viene posto nel capitolo<br />

dedicato alle grandi scoperte geografiche – dove sono semplice-<br />

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