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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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I programmi stessi sono spesso considerati congruenti con questo<br />

indirizzo. Nella sua risposta all’indagine Cee del 1986, la Francia precisa<br />

che «il concetto di Europa compare fin dalla sesta classe [corrispondente<br />

alla prima classe della scuola media inferiore italiana] con lo<br />

studio della civiltà del Mediterraneo e la nascita dell’impero romano».<br />

Secondo questa stessa indagine, nella Repubblica federale tedesca una<br />

raccomandazione della conferenza permanente dei ministri<br />

dell’istruzione, tra molti altri suggerimenti, insiste sull’opportunità di<br />

una conoscenza della «specificità e della varietà dello spazio europeo»<br />

e delle «correnti storiche determinanti in Europa» mentre in Inghilterra<br />

si esprime la preoccupazione di proporre all’esame finale della scuola<br />

dell’obbligo un «contenuto europeo nel quale i concetti storici siano<br />

un tema di primaria importanza».<br />

Tuttavia sono piuttosto le azioni nel quadro della formazione iniziale<br />

e nell’aggiornamento degli insegnanti che sembrano le più opportune<br />

per favorire questo indirizzo. Sempre secondo le risposte all’indagine<br />

della Cee, la maggioranza dei paesi europei è ben consapevole della<br />

necessità di moltiplicare le iniziative in questo senso. Le proposte più<br />

sistematiche si indirizzano in studi del terzo ciclo interamente centrati<br />

sulla dimensione europea – come il seminario Europa rivolto agli<br />

insegnanti di geografia, di storia, di economia e di scienze sociali<br />

organizzato dal centro di formazione degli insegnanti dell’università di<br />

Gröningen. Dal canto suo il Consiglio d’Europa organizza da parecchi<br />

anni corsi per insegnanti che hanno spesso come obiettivo quello di<br />

facilitare la visione europea di certi problemi – quale ad esempio il<br />

seminario del 1988 sulla didattica della rivoluzione francese nelle scuole<br />

secondarie in Europa. Inoltre il Consiglio d’Europa ha avviato una<br />

serie di incontri, indicati con il titolo Programma storia europea, per<br />

«portare i giovani a interrogarsi sulla storia europea... a situarsi rispetto<br />

a questa storia e a trarne insegnamenti per l’avvenire». Quanto alla<br />

comunità, essa promuove dal 1989 tra i diversi stati membri scambi di<br />

insegnanti della scuola secondaria che, per alcuni aspetti, perseguono<br />

finalità analoghe.<br />

Infine è la Commissione europea di Bruxelles che ha facilitato finanziariamente<br />

la pubblicazione dell’opera di Duroselle, L’Europe, histoire<br />

de ses peuples (1990) tradotta in otto lingue. Questo libro, come altri<br />

che lo hanno preceduto (Carpentier e Lebrun, 1990; Pomian, 1990),<br />

attraverso le informazioni che fornisce e le riflessioni che suscita,<br />

intende sensibilizzare una gran parte dell’opinione pubblica, compresi<br />

gli insegnati, al senso unitario della storia europea.<br />

Anche in questa prospettiva, però, è importante non sottovalutare<br />

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