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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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sto motivo essi non possono non unirsi. L’autore si allinea talmente<br />

all’ideologia europeistica da assumere con funzione di spiegazione un<br />

elemento puramente propagandistico, cioè la nomina di Atene a capitale<br />

della cultura europea. È in virtù di questa interpretazione fortemente<br />

ideologizzata che l’autore può compiere l’anacronismo di parlare di<br />

nascita dell’«idea di Europa» addirittura nell’epoca della Grecia classica.<br />

6. I manuali di storia: il medioevo<br />

Negli altri manuali esaminati il primo riferimento all’Europa, alla fine<br />

dell’età antica, ha soprattutto il carattere di un riferimento geografico,<br />

quasi incidentale, senza connotati storico-culturali. Nel primo volume<br />

del manuale di Brancati (1988), ad esempio, l’Europa emerge con la fine<br />

dell’impero romano d’occidente: una cartina intitolata L’Europa durante il<br />

regno di Teodorico mette infatti in evidenza i regni romano-barbarici e le<br />

zone di insediamento degli altri popoli barbari, fino al Mar Caspio<br />

(Brancati, vol. I, 1988, pp. 226-27). In altri manuali, più che la fine<br />

dell’impero romano d’Occidente è l’espansione araba a far emergere<br />

l’Europa come oggetto d’attenzione; ad esempio il manuale delle<br />

Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori, nel titolo dell’unità didattica che<br />

chiude il primo volume, dichiara: Il Mediterraneo diviso: la fine dell’età antica<br />

(Aa.Vv., vol. I, 1987, p. 274). La divisione del Mediterraneo, si precisa, è<br />

in tre parti: l’impero arabo, quello bizantino e il regno dei franchi. Ma a<br />

questa divisione politica se ne sovrappone un’altra, forse più<br />

importante, anche se il testo non lo dice esplicitamente: «Il<br />

Mediterraneo settentrionale era in mano ai cristiani, quello meridionale<br />

invece ai musulmani» (Aa.Vv., vol. I, 1987, p. 279). E dunque con la fine<br />

dell’unità mediterranea che appare l’Europa: il termine compare infatti<br />

per la prima volta, nell’intero corso del primo volume, nel titolo del<br />

terzo paragrafo di questa unità didattica.<br />

Simile all’impostazione di Caocci è quella di Cartiglia il quale, alla fine<br />

del primo volume, approfondisce il problema della fine dell’antichità e<br />

delle conseguenze dell’espansione araba sull’occidente medievale<br />

cristiano in una scheda di lavoro, nella quale vengono messe a<br />

confronto le due tesi storiografiche fondamentali (Cartiglia, vol. I, 1989,<br />

pp. 400-401). Secondo la prima tesi il medioevo non sarebbe iniziato<br />

con la caduta dell’impero romano d’Occidente, perché i traffici<br />

sarebbero continuati anche dopo quell’evento e il mediterraneo sarebbe<br />

rimasto, come in passato, il centro della civiltà; il medioevo<br />

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