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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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«ariano», che l’autore sente la necessità di spiegare fra parentesi:<br />

«[l’Europeo puro!]». Nonostante il punto esclamativo, la spiegazione<br />

rimane insufficiente, perché non dà conto del fatto che la teoria nazista<br />

della razza considerava alcuni europei, quelli di origine slava, come<br />

inferiori a quelli di origine germanica e poté cosi dare origine a un progetto<br />

di colonizzazione all’interno dell’Europa stessa. Comunque, al di<br />

là di queste precisazioni, è importante il fatto che l’autore faccia avvicinare<br />

gli studenti al problema dell’identità europea presentandone loro<br />

l’aspetto peggiore: il razzismo. Un’introduzione, dunque, decisamente<br />

inquietante. Vediamo come si svolge poi il discorso.<br />

L’autore invita gli studenti a controbattere queste idee, possibilmente<br />

«attraverso un’animata discussione in classe». Ma poi i suoi suggerimenti<br />

critici, al di là delle enunciazioni di principio, non risultano molto<br />

rigorosi. Cremonese si chiede prima di tutto per quale motivo l’Europa<br />

ha conquistato il resto del mondo. E stata – egli spiega – la sua<br />

«invidiabile» posizione geografica «al centro delle terre emerse»<br />

(Cremonese, 1990a, p. 4), posizione che egli illustra con una cartina.<br />

Tale posizione ha determinato il destino dell’Europa: espandersi nel<br />

mondo. Un’espansione segnata da innumerevoli malefatte (Cremonese,<br />

1990a, p. 5):<br />

lanciati alla conquista della Terra alcuni popoli del Vecchio Continente non<br />

esitarono a calpestare i diritti di altre popolazioni o ad annientare intere<br />

civiltà: basta pensare ai Maya, agli Aztechi e agli Incas dell’America<br />

centromeridionale, alle civiltà negre dell’Africa, sulle quali si abbatté per<br />

lunghi secoli anche il flagello della «tratta degli schiavi», ai Samoiedi e agli<br />

Eschimesi della Siberia asiatica, ai Pellerossa del Nordamerica.<br />

Quegli europei – continua l’autore – erano convinti di essere<br />

portatori di una civiltà superiore, convinzione che egli si premura di<br />

contestare, affermando che la civiltà europea non è superiore ad altre,<br />

ma semplicemente originale. Che cosa vuol dire esattamente «originale»?<br />

L’autore cerca di spiegarlo in un paragrafo intitolato appunto La civiltà<br />

europea: non superiore ma originale (Cremonese, 1990a, pp. 5-6):<br />

fra le sette parti del mondo, l’Europa è quella che più di ogni altra deve la<br />

propria individualità a motivi di carattere antropico: possiamo dire che è un’opera<br />

dell’uomo, il quale ha saputo crearvi una civiltà originale, i cui frutti si sono poi<br />

estesi al resto del mondo.<br />

Quali sono dunque i prodotti che formano l’originalità, la diversità<br />

della civiltà europea? L’autore li mette in evidenza, attraverso l’uso del<br />

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