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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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mune agricolo, alla dipendenza energetica, alla disoccupazione e alla<br />

specifica situazione dell’Italia nella Cee. Fra le schede poste in appendice<br />

al testo, alla fine del volume, una riguarda le centrali nucleari nei vari<br />

stati europei (compresi quindi quelli non-comunitari) e un’altra simile la<br />

diffusione della scolarizzazione (Cremonese, 1990a, p. 61 e 63<br />

dell’Appendice, che ha numerazione separata). Nella stessa sezione troviamo<br />

due articoli tratti da quotidiani italiani, riguardanti la produzione<br />

automobilistica dei paesi comunitari e la «guerra dei dazi» fra Stati Uniti<br />

e Cee (Cremonese, 1990a, p. 65 dell’Appendice).<br />

Complessivamente il manuale, fra quelli di geografia esaminati, fornisce<br />

la trattazione più completa delle tematiche europeistiche. L’attenzione<br />

alle vicende politiche europee è qui confermata da un fascicoletto<br />

di trentadue pagine che è stato allegato all’ultima edizione per<br />

fornire un aggiornamento sugli avvenimenti accaduti fra il 1989 e il 1990<br />

nei paesi dell’est (Cremonese, 1990b). L’autore vi tratta diffusamente le<br />

differenze sociali, politiche, economiche fra i paesi capitalisti e quelli<br />

(ex)socialisti europei, ricostruisce la storia recente dell’Unione Sovietica<br />

e della perestrojka, soffermandosi sulle spinte indipendentistiche di<br />

molte repubbliche, nonché le vicende del crollo dei regimi del<br />

socialismo reale nei vari paesi, e conclude con una serie di valutazioni<br />

positive che non riguardano solo l’Europa (Cremonese, 1990b, p. 29):<br />

Una conseguenza positiva della Rivoluzione dell’Est potrebbe essere un<br />

rafforzamento dell’Europa, finora in crisi e quasi compressa fra le due<br />

superpotenze mondiali Sul piano economico, ad esempio, basterebbe<br />

pensare all’enorme sviluppo derivato da un «matrimonio» fra il MEC e il<br />

«nuovo COMECON»... Sotto il profilo politico la positiva conclusione di<br />

questa Rivoluzione darebbe agli Europei una rinnovata solidarietà e una<br />

sostanziale unità ideale... Dal riavvicinamento delle «due Europe» potrebbe<br />

anche scaturire una sostanziale riduzione delle spese astronomiche<br />

sostenute per gli armamenti... Ciò renderebbe disponibili enormi risorse (di<br />

denaro, di mezzi, di uomini...) capaci di far compiere un balzo in avanti ai<br />

rapporti di collaborazione e di reciproca assistenza con i Paesi extraeuropei<br />

e in particolare con quelli in via di sviluppo.<br />

Cremonese non propone peraltro una visione del futuro completamente<br />

ottimistica. Fra le possibili turbative cita le conseguenze negative<br />

che questa svolta della storia potrebbe avere proprio sui paesi del Terzo<br />

mondo (Cremonese, 1990b, p. 29):<br />

Bisognerà evitare che la prospettiva di realizzare «ottimi affari» spinga i<br />

Paesi capitalisti a investire spropositate risorse finanziarie nell’Est europeo,<br />

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