27.05.2013 Views

Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

la costituzione interna non possono essere definiti europei. Si ha allora<br />

una terza possibilità d’impiego del concetto di Europa. Dopo l’ampio,<br />

singolare criterio orientato all’affinità o uniformità delle condizioni<br />

politiche e culturali (Europa «monarchica»), dopo il modello<br />

pluralistico di diverse «Europe» (un’Europa barocca, un’Europa non<br />

barocca e cosi via) si ha qui, in opposizione a un uso estensivo, un uso<br />

esclusivo o normativo del concetto. Certamente dal libro di testo si<br />

può soltanto intuire come, a partire dalla guerra franco-tedesca, del<br />

1870-71 nella pubblicistica contemporanea con accenti nazionalistici<br />

l’Europa fosse tirata in campo da una nazione contro l’altra. Resta<br />

quindi un risultato sorprendente e curioso il fatto che in un manuale<br />

attuale anche questa accezione latentemente militarista del concetto di<br />

Europa sia offerta quale momento storico esplicativo. Infatti i conflitti<br />

interni all’Europa nel periodo precedente al 1914 sono qui attribuiti<br />

alla mancanza di omogeneità, alla non contemporaneità degli eventi,<br />

alle attese nazionali inadempiute come, inoltre, ai conflitti coloniali. La<br />

trattazione colloca cosi la Francia in testa all’Europa moderna e<br />

democratica.<br />

Anche nei volumi di Hatier e Magnard si possono rintracciare<br />

elementi di tale lettura dell’Europa, anche se in forma chiaramente più<br />

attenuata. Nella trattazione di Hatier la suddivisione dell’Europa in<br />

«democrazie liberali» e «regimi autoritari» diventa punto di partenza per<br />

l’esposizione delle rivalità nazionali e imperiali. Quale tendenza generale<br />

per il secolo XIX è riconosciuta «l’Europa in cammino verso la<br />

democrazia», il che significa: «L’Europa domina economicamente e<br />

politicamente il mondo. Nei suoi stati più industrializzati, la democrazia<br />

si impone a poco a poco » (Brignon, 1988, p. 164).<br />

Poi sono successivamente presentati la Gran Bretagna, come «terra<br />

delle libertà», l’impero tedesco, come «autoritario ma riformatore» e<br />

infine l’impero russo – tra virgolette – come «prigione dei popoli». Diversamente<br />

che nel volume di Belin, qui i sistemi di alleanze sono in<br />

effetti idealizzati politicamente, anche non virtualmente. L’Europa ricompare<br />

infine ancora una volta in modo elegiaco in una frase conclusiva<br />

(Brignon, 1988, p. 168):<br />

L’Europa al culmine del suo successo assaggia le gioe della «Belle<br />

Epoque»; lo sport, divertimento alla moda ma legato agli esercizi militari, e<br />

la scuola preparano gli spiriti alla guerra.<br />

L’Europa prepara quindi la propria rovina, questo il messaggio.<br />

Tale formulazione, nella quale si sottolinea, nonostante le rivalità na-<br />

183

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!