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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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Alcune illustrazioni mostrano su di un lato della pagina la cerimonia<br />

di fondazione all’Opera di San Francisco, il palazzo delle Nazioni Unite<br />

a New York e quello di Parigi, sull’altro lato il palazzo della Società delle<br />

nazioni a Ginevra; vedute d’interno permettono uno sguardo<br />

all’Assemblea generale – mentre parla Yassir Arafat – e al Consiglio di<br />

sicurezza. Il paragrafo dedicato alle Nazioni Unite è completato<br />

dall’immagine e dal profilo delle attività svolte dai cinque uomini politici<br />

che finora hanno ricoperto la carica di segretario generale (Heater,<br />

1990 2 , pp. 43-49). Shuter e Lewis, la cui trattazione degli argomenti si<br />

caratterizza più per drastiche selezioni e rigorose omissioni che non per<br />

estensione dei temi svolti, dedicano alle Nazioni Unite un intero<br />

capitolo, richiamando l’attenzione anche sulla particolare relazione fra<br />

gli interessi inglesi e l’organizzazione delle Nazioni Unite (Shuter e<br />

Lewis, 1989 2 , p. 32):<br />

Progetti per una organizzazione internazionale che sostituisse la Società<br />

delle nazioni furono avviati subito dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale.<br />

Nell’agosto 1941 il presidente Roosevelt (Stati Uniti) e il primo ministro<br />

Winston Churchill (Gran Bretagna) concordarono la Carta atlantica. Nel gennaio<br />

1942, altri ventisei paesi alleati accettarono la Carta e si diedero il nome di<br />

Nazioni Unite (UN). Essi accettarono il principio dell’autodeterminazione e<br />

dell’integrità territoriale. Le UN confidavano di stabilire dopo la guerra la<br />

libertà politica, sociale ed economica in tutto il mondo.<br />

4.4. L’Europa tra accordo economico e nuova comunità<br />

Se si dà uno sguardo ai punti fondamentali della trattazione<br />

dell’Europa nei libri di testo analizzati nella tabella 4, ci si accorge subito<br />

di una particolarità che non risultava a proposito delle Nazioni<br />

Unite: ogni volta in cui l’Europa è considerata come aspetto particolare<br />

dello sviluppo del dopoguerra, appare legata a una prospettiva<br />

economica. Le indicazioni sulla cooperazione politica – in genere sulle<br />

disposizioni politiche della comunità europea – rappresentano un<br />

secondo punto fondamentale; raramente però si fa avanti la<br />

supposizione che si sia raggiunto un nuovo livello di comprensione<br />

internazionale. Soltanto in due dei volumi esaminati si accenna<br />

all’esistenza di elementi culturali comuni che si potrebbero caratterizzare<br />

come europei e che uniscono l’Europa del dopoguerra più delle<br />

organizzazioni o degli accordi Infine Heater (1990 2 ) richiama<br />

l’attenzione sul fatto che l’Europa cresce in una comunione più stretta<br />

anche nelle sue società e nei suoi modi di vita.<br />

L’Europa che determina la storia del dopoguerra, legata alle Na-<br />

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