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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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su un reale Stato unitario (l’Impero carolingio, come sappiamo, era federale), ma su<br />

una caratteristica politico-religiosa che contrapponeva l’Europa «cristiana e imperiale»<br />

al mondo bizantino e al mondo arabo.<br />

Non è un caso, quindi, se ad Aquisgrana si è istituito il Premio Carlomagno per i<br />

più sensibili e attivi fautori dell’europeismo, e se la sede della Comunità Europea a<br />

Bruxelles si chiama Palazzo Carlomagno; infine non possiamo ignorare un’altra<br />

«coincidenza»: i sei Paesi che hanno dato vita alla Comunità (Belgio, Francia, Germania<br />

Federale, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi) costituivano, oltre mille anni fa, il nucleo<br />

del Sacro Romano Impero fondato da Carlo Magno...<br />

Federico II e l’«idea di Europa» (Caocci, vol. II, 1990, p. 162):<br />

Una preoccupazione degli imperatori medioevali fu quella di conciliare l’autorità<br />

imperiale con le gelose autonomie degli stati e staterelli che costellavano l’Impero e<br />

che costituivano, in parte, i nuclei delle future nazioni europee. A questo proposito,<br />

anzi, era accaduto un fatto veramente «rivoluzionario». Ottone IV, come sappiamo,<br />

aveva perso la corona imperiale in una battaglia contro la Francia: a Bouvines, un<br />

villaggio nei pressi di Lilla, i Francesi avevano battuto le truppe imperiali, alleate con<br />

gli Inglesi. L’Impero, aiutato da uno stato nazionale (l’Inghilterra), era stato affrontato e<br />

sconfitto da un altro Stato nazionale, la Francia!<br />

Nel 1214, l’anno della famosa battaglia, Federico II aveva appena vent’anni, ma ne<br />

comprese tutta l’importanza: essa dimostrava chiaramente che l’Impero stava tramontando<br />

e che i protagonisti della storia europea erano ormai i nuovi Stati nazionali, primo fra tutti il<br />

potente Regno di Francia.<br />

Rendendosi conto che mai avrebbe potuto assoggettare con la forza quella miriade<br />

di Stati praticamente già indipendenti, Federico II di Svevia lanciò un’idea veramente<br />

moderna: tutti gli Stati del nostro continente avrebbero dovuto unirsi in una Federazione<br />

guidata dall’Imperatore, ma nella quale ognuno di essi conservasse la propria<br />

autonomia e i propri organi di governo, a cominciare dai sovrani. Qualcosa di simile<br />

agli Stati Uniti d’Europa, in pieno secolo XIII!<br />

Se pensiamo a quanto sia lento e travagliato, oggi, il cammino verso l’unità europea,<br />

non ci sarà difficile capire come, per quei tempi, la proposta dell’imperatore<br />

potesse parere una vera e propria «assurdità». Era un sogno grandioso ma del tutto<br />

irrealizzabile, ed è facile comprenderne i motivi, tutti validi: innanzitutto, i due massimi<br />

poteri del tempo (l’Impero e il Papato) venivano attaccati e contestati da ogni parte, sia<br />

sul piano politico sia sul piano religioso, e si avviavano all’inesorabile decadenza che si<br />

sarebbe compiuta nel secolo successivo; nessuno inoltre e soprattutto gli Stati<br />

nazionali e i Comuni – intendeva sottomettersi all’Imperatore o al Papa; per realizzare<br />

il suo disegno, infine, Federico II avrebbe dovuto abbattere anche il potere temporale<br />

del Pontefice: ma sappiamo che tutti i tentativi in tal senso erano regolarmente<br />

naufragati.<br />

Il suo proposito di realizzare sul piano politico quell’«idea di Europa» che si<br />

era formata con Carlo Magno falli in pieno, e per alcuni secoli, anzi non si sarebbe<br />

più parlato di Unità Europea; ma anche attraverso la sua generosa e sfortunata<br />

iniziativa il nipote del Barbarossa dimostrò di essere «grande» e, soprattutto,<br />

moderno.<br />

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