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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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dell’Europa non viene minimamente affrontato: il primo capitolo si<br />

apre con una didascalia che definisce semplicemente l’Europa come<br />

«appendice al grande blocco di terre emerse comunemente chiamato<br />

Eurasia» (Aa.Vv., 1991 2 , p. 10). Il confine fra Europa e Asia viene ricordato<br />

incidentalmente, come una tranquilla ovvietà, dove si parla dei<br />

massicci montuosi: «L’Europa delle montagne si chiude a oriente con<br />

due barriere, gli Urali e il Caucaso, che ne segnano i confini con il continente<br />

asiatico» (Aa.Vv., 1991 2 , p. 145).<br />

Manca completamente, in questo manuale, una discussione del<br />

problema dell’identità culturale europea che tanto impegna altri autori.<br />

Quanto poi al rapporto storico fra l’Europa e il resto del mondo, esso<br />

viene trattato succintamente, dopo l’esame dei connotati fisici e di<br />

quelli economici del continente, nella terza parte, intitolata appunto La<br />

società e gli stati. Qui le cause del predominio europeo sul resto del<br />

mondo sembrano più dipendenti dalla natura che dalla cultura. Al primo<br />

posto, infatti, il manuale indica la posizione privilegiata dell’Europa, che ha<br />

favorito l’insediamento umano e i contatti con altre parti del mondo; in<br />

secondo luogo il clima favorevole, che ha permesso lo sviluppo<br />

dell’agricoltura; in terzo luogo la scarsità di animali dannosi all’uomo e la<br />

contemporanea presenza di animali utili, equini, bovini e ovini: a<br />

quest’ultimo proposito si fa osservare la diversa condizione degli indigeni<br />

dell’America settentrionale privi, fino all’arrivo degli europei, di animali<br />

domestici (ad eccezione del tacchino) e quindi anche di animali da lavoro.<br />

In quarto luogo, infine, l’abbandono del nomadismo, praticato invece a<br />

lungo nelle pianure asiatiche, che determinò, fra l’altro, l’isolamento della<br />

Cina (Aa.Vv., 1991 2 , pp. 276-77). Una superiorità, dunque, che viene da<br />

lontano: dalla preistoria, addirittura. In una scheda sulle grandi potenze<br />

coloniali europee si parla anche della rivoluzione industriale come causa<br />

della grande espansione coloniale del XIX secolo (Aa.Vv., 1991 2 , pp. 278). Il<br />

colonialismo viene qui presentato in maniera neutra, senza richiami alla<br />

violenza che lo accompagnò Complessivamente, questa trattazione del<br />

problema, seppur non priva di qualche originalità, a proposito<br />

dell’inserimento dell’uomo nell’ecosistema, appare del tutto insufficiente<br />

dal punto di vista sia dell’informazione sia dell’articolazione dell’analisi.<br />

4. I manuali di geografia e la comunità europea<br />

Oltre alla problematica dell’identità culturale europea, un altro<br />

tema trova spazio, spesso molto ampio, nei manuali italiani di geogra-<br />

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