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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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carattere corsivo, nel corso di una rapida sintesi della storia europea, dai<br />

greci ai giorni nostri, racchiusa in una sola pagina del testo. Riproduco<br />

qui l’elenco completo di tali corsivi, proprio come risaltano scorrendo<br />

velocemente la pagina, mantenendone l’ordine originario, perché mi<br />

sembrano esprimere in un insieme coerente e sostanzialmente completo<br />

i luoghi comuni che, in effetti, si ritrovano più di frequente nella<br />

definizione dell’identità europea (Cremonese, 1990a, p. 7):<br />

Libertà, democrazia, ragione, repubblica, diritto, leggi, Stato modernamente<br />

organizzato, diritti e doveri, Cristianesimo, uguaglianza e amore, religione, lingua<br />

(prima il latino, poi i «volgari», nati dall’incontro del latino con le lingue dei Barbari), arte,<br />

importanza dell’uomo, grandi invenzioni, scoperte geografiche, rivoluzione<br />

industriale, rivoluzione democratica, prima monarchia costituzionale, prima<br />

repubblica democratica e federale, democrazia moderna, Illuminismo, progresso<br />

scientifico e tecnologico, seconda rivoluzione industriale, colonialismo, primo<br />

Stato comunista, europeismo.<br />

Un insieme di valori positivi, dunque: neanche il «primo Stato comunista»,<br />

che potrebbe essere considerato antitetico a valori come libertà<br />

e democrazia, ha qui connotati negativi, giacché l’autore nel<br />

commento sottolinea semplicemente la primizia dell’Unione Sovietica<br />

nel realizzare un modello comunista, «costituendo un esempio per altri<br />

paesi del mondo» (Cremonese, 1990a, p. 7). L’unico elemento negativo<br />

potrebbe essere il colonialismo, che tuttavia, secondo l’autore, dal<br />

momento che ha portato la civiltà europea al resto del mondo, è stato<br />

un’operazione in fondo benefica, tanto da riscattare la violenza con cui<br />

è stata compiuta. Egli scrive infatti (Cremonese, 1990a, p. 6):<br />

Se è vero... che l’espansione europea ha spesso recato gravissimi danni<br />

alle terre ove si è insediata e ad alcune popolazioni con cui è giunta a<br />

contatto, è anche vero che ha portato grandi benefici nella maggior parte<br />

del mondo, introducendovi i prodotti migliori della propria civiltà.<br />

Dunque, di fatto, l’autore ribadisce proprio quella superiorità<br />

europea che prima aveva negato e lo studente, inizialmente preoccupato<br />

e colpevolizzato dalla cattiveria dei suoi avi e conterranei europei, alla<br />

fine di questa esposizione si ritrova consolato: non tutto il male (per gli<br />

altri) è venuto per nuocere.<br />

Accanto al manuale di Cremonese, in testa alla classifica dei manuali<br />

di geografia più adottati, si trova quello redatto da G. Bacchi e A. Londrillo<br />

(1987). Anche in questo testo troviamo trattato il problema dei<br />

confini geografici e culturali dell’Europa, ma in maniera assai diversa<br />

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