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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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sati. Di certo è da decidere se al riguardo sia da valutare<br />

positivamente o negativamente il fatto che un testo si sottragga a un<br />

esame analitico. Di frequente la chiarezza e la forza dell’articolazione<br />

del contenuto sono disturbate dall’introduzione – soprattutto<br />

quand’è inconsapevole – di aspetti europei. Ciò si verifica (con una<br />

sola eccezione) in particolare nel manuale Zeiten und Menschen, alla<br />

base del quale vi è una scelta espositiva fondamentalmente orientata<br />

a favore di piccole unità didattiche. Resta da valutare la presenza<br />

addirittura inflazionaria del concetto d’Europa nel manuale<br />

Geschichtsbuch (e la sua utilizzazione non consapevole contribuisce a<br />

ciò in modo non indifferente).<br />

Esplicitamente. A differenza dei casi fin qui sviluppati, qui il riferimento<br />

esplicito alla dimensione continentale deve per cosi dire far scoprire<br />

il nucleo della comprensione dell’Europa. Come già detto in<br />

apertura, si potrebbe indicare questo nucleo come unità interna o<br />

identità storica dell’Europa. Da un punto di vista puramente formale si<br />

possono adottare due criteri per decidere se una tale unità esista o no:<br />

persistenza e normatività. Un terzo criterio, qualcosa cioè di inequivocabilmente<br />

europeo, sarebbe auspicabile, ma richiederebbe di<br />

sviluppare rapporti e confronti con la realtà extraeuropea, ciò che di<br />

nuovo è impossibile per le ancora rudimentali proposte didattiche di<br />

comparazione; riservare ad esse un’attenzione particolare è quindi<br />

molto importante. Ci si potrebbe domandare se nei testi scolastici venga<br />

sviluppato qualcosa come un’identità occidentale e quanto essa sia<br />

chiara, quanto cioè i singoli fenomeni vengano legati a un tutto europeo.<br />

Ulteriori domande dovrebbero essere suscitate dall’esposizione<br />

stessa e confermate dalle descrizioni. Detto altrimenti: dove si trovano<br />

le radici della tradizione europea verso le quali, nell’Europa attuale, ci si<br />

sente obbligati (persistenza)? Quali contenuti sono fondamentali per<br />

riconoscere e legittimare queste tradizioni (normatività)?<br />

Si prenda come caso d’indagine Carlo Magno. Si presuppone che<br />

nella sua figura, nel suo governo e nel suo regno si manifesti un primo<br />

momento culminante di quella che è ritenuta l’origine e l’unità del medioevo<br />

europeo. Un titolo di capitolo – in Geschichte in vier Bänden –<br />

quale Le basi dell’Occidente medievale allude evidentemente a ciò (Zuber e<br />

Holzbauer, vol. II, 1985, p. 8). Dopo la presentazione delle condizioni<br />

di vita, sociali e governative in Francia, nel manuale si esamina il «lascito<br />

politico di Carlo Magno», «il padre dell’Occidente», come lo definisce<br />

un testo di K. Bosl riprodotto nel manuale (Zuber e Holzbauer, vol. II,<br />

1985, p. 22).<br />

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