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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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ficoltà politiche; quella orientale come repressione di una parte<br />

d’Europa ad opera dell’Unione Sovietica e come chiusura dietro la<br />

cortina di ferro.<br />

Roberts (1987 2 ) considera l’Europa «tra le superpotenze a partire dal<br />

1945» come zona cuscinetto, come è già stato detto per Fisher.<br />

Nondimeno, vengono seguite alcune linee di sviluppo dell’anteguerra e<br />

del periodo tra le due guerre con studi specifici sia sull’Unione Sovietica<br />

e l’Europa dell’est a partire dal 1945 sia su Francia, Germania e Italia.<br />

Alla Gran Bretagna del secondo dopoguerra è dedicato un capitolo<br />

intero. La trattazione stessa dell’Europa ha due chiari punti<br />

fondamentali: il primo è la formazione e lo sviluppo della comunità<br />

europea. Roberts parla di Unifying Europe e conclude con questo tema in<br />

modo prospettico la parte sullo sviluppo delle superpotenze (Roberts,<br />

1987 2 , p. 257). Il secondo punto fondamentale riguarda lo spostamento<br />

dell’equilibrio lontano dall’Europa. Roberts intitola il capitolo<br />

corrispondente La fine degli imperi europei e presenta approfondimenti<br />

specifici sull’Asia, sul Vicino oriente e sull’Africa, la cui storia viene vista<br />

come la fine degli imperi coloniali europei (Roberts, 1987 2 , p. 278).<br />

Lowe (1988 2 ), invece, non fa diretto riferimento all’Europa nei suoi<br />

capitoli sulla «fine degli imperi». Per lui l’Europa dopo il 1945 è l’Europa<br />

occidentale. Le aspirazioni all’unificazione economica e politica ne sono il<br />

fondamento, la Gran Bretagna, la Francia e la Germania i protagonisti, ai<br />

quali sono dedicati alcuni paragrafi (Lowe, 1988 2 , p. 381 e segg.). L’Europa<br />

dell’est è ormai il luogo geografico degli «stati comunisti» (Lowe, 1988 2 , p.<br />

330 e segg.). La molteplicità dei capitoli e degli studi su diversi paesi per il<br />

periodo successivo al 1945 – Cina, Stati Uniti, America Latina, Giappone,<br />

India, Malesia, Portogallo, Cipro, Pakistan, Africa, Congo, Rodesia, Sud<br />

Africa, Stati Arabi, Israele e Iran, per citare soltanto i più importanti –<br />

dimostra per l’autore in modo inequivocabile dove oggi abbia luogo la<br />

storia e come l’Europa si sia ritirata sullo sfondo degli avvenimenti<br />

mondiali.<br />

L’ascesa delle superpotenze e la guerra fredda sono presentate in tutti<br />

i volumi come momenti principali dello sviluppo del dopoguerra, che<br />

offre all’Europa una nuova centralità come ambito dei conflitti tra est e<br />

ovest e al tempo stesso una nuova posizione marginale nella storia<br />

mondiale, determinata da altre potenze e forze. L’ampia concordanza<br />

sull’inversione di poli nella storia dopo il 1945 nasconde tuttavia le<br />

difficoltà degli autori di libri scolastici ad attribuire giusto rilievo<br />

all’Europa. Come è stato detto sopra, O’Callaghan (1990 3 ), Ro-<br />

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