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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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Già questi esempi mostrano che tradizione nazionale e coscienza<br />

storica contemporanea rimangono strettamente connesse, sicché sarebbe<br />

irrealistico partire da una coscienza europea unitaria o da una<br />

considerazione dei problemi uguale per tutti i paesi, trascurando le diverse<br />

origini e le esperienze nazionali specifiche.<br />

2. Un manuale di storia per l’Europa?<br />

Anche un manuale di storia europea non può trascurare gli scostamenti<br />

dei singoli stati dagli sviluppi generali; in qualche modo la vicenda<br />

continentale sarà modellata sulle storie nazionali. Cosi è stato per<br />

il volume di Duroselle (1990), di impianto rigidamente tradizionale e<br />

raramente in grado di soddisfare l’esigenza, sopra espressa, di<br />

un’esposizione che vada oltre una semplice somma di singole storie.<br />

Sotto la guida dell’editore Hachette, un gruppo di noti storici di diversi<br />

paesi europei sta lavorando a un manuale di storia europeo rivolto<br />

alle scuole di tutti gli stati della comunità. Di certo non sostituirà i<br />

libri già adottati, ma in ogni caso ne sarà un completamento:<br />

sicuramente offrirà un approccio generale all’Europa più ampio<br />

dell’opera di Duroselle, ma proprio per questo difficilmente soddisferà<br />

il desiderio dei paesi europei minori di ritrovare nei testi anchela propria<br />

identità. Inoltre, poiché il progetto è stato avviato prima che cessasse la<br />

contrapposizione fra est e ovest, ci si trova ora nella difficoltà di ampliare<br />

la trattazione in modo che il quadro europeo non resti limitato<br />

all’Occidente e possa tener conto dei nuovi sviluppi.<br />

L’associazione tedesca degli insegnanti di storia (Deutscher Geschichtslehrerverband)<br />

sta sviluppando un modello interessante e forse<br />

più flessibile. Il suo «modello strutturale per un manuale scolastico<br />

europeo» (Deutscher Geschichtlehrerverband, 1990, pp. 8-12) parte dal<br />

presupposto che<br />

oggi esista già un’Europa comune, per quanto secondo una triplice riduzione:<br />

― sul piano temporale, al dopoguerra;<br />

― a livello di contenuto, a questioni economico-politiche;<br />

― sul piano geografico, all’Europa occidentale o, meglio, alla Comunità<br />

europea.<br />

Ciascuna di queste tre parti rimanda però dialetticamente «a<br />

un’Europa più ampia come idea e realtà», che sarà necessario<br />

considerare in una futura opera europea di didattica.<br />

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