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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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e in ogni caso è spesso trascurata tanto nei programmi didattici per gli<br />

allievi quanto nei corsi di formazione per gli insegnanti; essa richiederebbe<br />

anche una pratica maggiore dell’interdisciplinarietà cosi spesso<br />

difficile da attuare. Occorre quindi anche qui valutare bene gli ostacoli<br />

da superare. La considerazione delle particolarità del settore disciplinare<br />

suggerisce quindi, anche per questo indirizzo, di attenuare l’ottimismo<br />

iniziale e di valutare meglio gli sforzi da compiere per attuarlo<br />

efficacemente.<br />

Molti elementi dovrebbero venire ad arricchire i programmi perché si<br />

proceda effettivamente a una presentazione dell’Europa nella serie delle<br />

sue storie. Molte sono le storie finora trascurate che dovrebbero essere<br />

introdotte e numerosi sono gli aspetti di ognuna di esse che dovrebbero<br />

essere esposti più dettagliatamente o addirittura riscoperti.<br />

Gli ostacoli pedagogici e metodologici da superare per giungere a tale<br />

risultato sono innegabili. Bisognerebbe prima di tutto procedere a<br />

parecchie integrazioni nei programmi già considerati quasi ovunque<br />

sovraccarichi mentre l’esiguità degli orari di lezione fa temere che, anche<br />

riveduti in questo senso, i programmi siano applicati in modo<br />

incompleto.<br />

È bene poi ricordare che i riorientamenti da operare porterebbero<br />

inevitabilmente a prendere in considerazione una storia nello stesso<br />

tempo più sistematica e più centrata sull’individuazione delle vicende<br />

particolari. Ora se, sul piano pedagogico, l’esposizione in senso sistematico<br />

della storia non solleva molte obiezioni, sul piano metodologico<br />

e pedagogico uno sforzo di maggiore individuazione storica rischia di<br />

indurre gravi lacune, se non altro perché sembra, a torto o a ragione,<br />

riportare in auge quelle storie nazionali delle quali Philippe Aries (1961)<br />

diceva, già trent’anni fa, che non se ne scrivevano più.<br />

2.2. L’Europa come senso di una storia<br />

L’altro indirizzo didattico è quello spesso raccomandato dai responsabili<br />

politici e da coloro che insistono sulla necessità di far prendere<br />

coscienza agli europei della loro partecipazione a valori comuni:<br />

esso si propone di mettere in luce le tendenze e le caratteristiche comuni<br />

che, fin dal lontano passato, sarebbero individuabili nella storia<br />

europea. Questa sarebbe quindi non più semplicemente la cornice di<br />

una pluralità di storie ma anche una storia il cui senso unitario, certo<br />

talvolta problematico nelle epoche più antiche, sarebbe sempre meglio<br />

percepibile a mano a mano che ci si avvicina al periodo contemporaneo.<br />

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