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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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che, a vittoria ottenuta, avrebbe dovuto dare origine a una repubblica<br />

federale composta da venticinque stati europei, con l’esclusione della<br />

Spagna, della Russia e degli stati italiani, a eccezione di Venezia; insieme<br />

a Sully cita William Penn, autore di un progetto di parlamento europeo,<br />

Charles de Saint Pierre, Kant e Bentham. Anche in questa scheda<br />

Caocci propone costantemente analogie – quasi premonizioni – fra i<br />

progetti dell’epoca e le istituzioni attuali. Un’operazione difficilmente<br />

giustificabile sul piano storiografico, ma in compenso carica di allusioni<br />

sul piano politico, allusioni anche piuttosto maldestre, come la seguente:<br />

«Per una strana coincidenza... quasi tutti gli Stati della “grande<br />

coalizione” prevista dal duca di Sully fanno oggi parte della Comunità<br />

Europea» (Caocci, vol. II, 1990, p. 327; il corsivo è mio).<br />

Nell’esposizione della storia moderna è l’Europa il contesto a cui<br />

fanno riferimento tutti i manuali, anche se la contestualizzazione europea<br />

appare più evidente nel manuale delle Edizioni Scolastiche Bruno<br />

Mondadori e nel Caocci che negli altri. Nel primo, ad esempio,<br />

l’indicazione «Europa» ha un forte rilievo, anche grafico: il termine<br />

appare infatti nel titolo di tre delle quattro unità didattiche dedicate<br />

all’età moderna. L’undicesima unità didattica si intitola infatti L’Europa<br />

alla conquista del mondo, la dodicesima La crisi del Seicento: l’Europa a un bivio<br />

e la tredicesima L’Europa alle soglie del mondo contemporaneo. Anche l’ultima<br />

di queste unità didattiche, la quattordicesima, dove si parla della<br />

rivoluzione francese, fa riferimento nel titolo – L’età delle rivoluzioni – a<br />

una realtà sovranazionale. Il quarto e ultimo capitolo di questa unità<br />

didattica è intitolato La rivoluzione in Europa, per sottolineare il carattere<br />

europeo assunto dalla rivoluzione francese attraverso le conquiste<br />

napoleoniche. Le conseguenze dell’esportazione della rivoluzione sono<br />

cosi sintetizzate (Aa.Vv., vol. II, 1987, p. 293):<br />

Nei paesi toccati dalla rivoluzione e dall’espansione napoleonica si erano<br />

sviluppate quelle forze sociali e intellettuali che sarebbero state alla base dei<br />

movimenti nazionali del XIX secolo. La borghesia, coi suoi interessi<br />

economici, i suoi modelli politici, i suoi istituti giuridici e i suoi ideali di vita,<br />

si avviava a conquistare l’egemonia della società europea. La rivoluzione<br />

francese aveva innestato un meccanismo irreversibile di identità nazionale.<br />

Caocci, dal canto suo, espone la politica europea dal 1494 al 1748<br />

in due capitoli, il XVII e il XVIII, intitolati rispettivamente L’Europa<br />

in guerra: l’imperialismo spagnolo (Caocci, vol. II, 1990, pp. 274-89) e<br />

L’Europa in guerra: alla ricerca dell’equilibrio (Caocci, vol. II, 1990,<br />

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