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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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Il manuale caratterizza l’imperialismo come una «spartizione del<br />

mondo tra grandi potenze europee ed extraeuropee», il colonialismo<br />

come una «presa di possesso da parte delle potenze europee di territori<br />

oltremare» (Historia del Mundo contemporáneo, 1987, p. 293). Risultati<br />

positivi del colonialismo europeo e dell’imperialismo internazionale<br />

sono:<br />

― la crescita demografica delle popolazioni colonializzate sulla base<br />

delle migliori condizioni igienico-sanitarie;<br />

― il miglioramento del regime alimentare e dell’assistenza medica;<br />

― l’introduzione di un sistema scolastico secondo il modello europeo;<br />

― il miglioramento delle infrastrutture e lo sviluppo dell’agricoltura;<br />

― l’incremento di centri commerciali e il potenziamento delle città<br />

principali divenute sedi dell’amministrazione.<br />

Un giudizio negativo è espresso sullo sfruttamento da parte delle<br />

nazioni europee imperialiste dei paesi e delle popolazioni in rapporto di<br />

dipendenza. La valutazione complessiva dei paesi in via di sviluppo<br />

riflette un atteggiamento eurocentrico. Il testo suscita l’impressione che<br />

prima dell’arrivo degli europei in queste parti del mondo non vi fossero<br />

affatto strutture sociali razionali. Lo sfruttamento materiale dei paesi<br />

colonizzati è senza dubbio oggetto di critica (Historia del Mundo<br />

contemporáneo, 1987, p. 303 e segg.); peraltro non ci si sofferma sul<br />

fatto che anche i loro valori spirituali e culturali andarono largamente<br />

distrutti.<br />

La politica diplomatica di Bismarck dopo il 1871 è considerata garanzia<br />

per la pace europea ed elemento fondamentale per la comprensione<br />

della politica europea tra il 1870 e la fine del secolo (Historia<br />

del Mundo contemporáneo, 1987, p. 313). Lo scopo del sistema di<br />

coalizioni bismarckiano era di isolare la Francia senza disturbare<br />

l’equilibrio di forze europeo.<br />

Il primo conflitto mondiale è ritenuto lo spartiacque tra il XIX e il<br />

XX secolo; per esso è usata la definizione di «prima grande guerra». Dei<br />

risultati della guerra si citano, fra gli altri, la formazione di nuovi stati<br />

nazionali, le questioni delle minoranze nazionali e la democratizzazione<br />

europea. Effetto di quest’ultima fu la costituzione della Società delle<br />

nazioni, in cui tutti gli stati si unirono in quanto popolazioni equiparate<br />

nei diritti; in futuro sarebbe servita al superamento comune e pacifico<br />

delle controversie internazionali. Questa comunità di popoli è indicata<br />

come unione tipicamente europea (Historia del Mundo contemporáneo,<br />

1987, p. 493):<br />

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