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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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doto, secondo cui l’Europa, allora identificata con la Grecia, era la terra<br />

della libertà che si opponeva all’Asia, e cioè all’impero persiano,<br />

dispotico e tirannico. Ma è con l’Umanesimo che si afferma la piena<br />

consapevolezza di appartenere a una comune cultura che si manifesta<br />

attraverso la condivisione di un sistema religioso, di valori e di uno stile<br />

di vita. Enea Silvio Piccolomini conia il termine «europeus», che<br />

permette finalmente di indicare con un termine preciso non solo un<br />

territorio ma anche i popoli e gli uomini che lo abitano. Abbiamo già<br />

ricordato i contributi che il Settecento ha dato, con Voltaire e l’Abate di<br />

Saint Pierre, alla definizione di un comune sentire europeo. L’idea di<br />

Europa ha quindi secoli di vita ed è da essa che occorre ripartire per<br />

rinnovarla: per la costruzione dell’unità europea non sono sufficienti le<br />

ragioni dell’economia, ci vogliono quelle dell’etica e della cultura.<br />

È dunque un obiettivo di grande portata e ambizione superare il<br />

deficit di consapevolezza europea e le difficoltà di ordine metodologico<br />

e storiografico che, leggendo i saggi di questo volume, sembrano<br />

emergere in un settore cosi importante della cultura, come quello dei<br />

libri di testo. Oggi educazione e socializzazione avvengono attraverso<br />

una pluralità di strumenti e di istituzioni. La scuola è soltanto una di<br />

queste istituzioni e i libri di testo sono soltanto uno degli strumenti della<br />

scuola. Non vi è dubbio peraltro che essi restano fondamentali non<br />

soltanto perché costituiscono la traccia per il lavoro degli insegnanti, ma<br />

soprattutto perché la loro lettura rappresenta per molti europei uno dei<br />

pochi momenti della vita in cui possono avvicinarsi al problema della<br />

identità europea. Il volume è quindi utile proprio perché mostra quanto<br />

cammino vi sia ancora da compiere per permettere alla scuola di<br />

esercitare pienamente il suo ruolo nel processo di costruzione<br />

dell’Europa. Svelare agli europei, a tutti gli europei, ciò di cui sono stati<br />

consapevoli Erodoto, Machiavelli, Montesquieu, Voltaire, Saint-Simon<br />

e Mazzini, dovrebbe essere un grande compito della scuola europea.<br />

Al vicedirettore del Georg-Eckert-Institute für Internationale Schulbuchforschung,<br />

Falk Pingel, che ha anche coordinato le ricerche negli<br />

altri paesi e a tutti i collaboratori che hanno preso parte al lavoro va il<br />

ringraziamento della <strong>Fondazione</strong> <strong>Agnelli</strong>.<br />

XIII<br />

Marcello Pacini

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