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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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sua opera in favore dell’unificazione europea», istituito proprio dalla<br />

città di Aachen, l’antica Aquisgrana, «la capitale prediletta da Carlo<br />

Magno» (Caocci, vol. II, 1990, p. 33), e ricordando poi che «la sede della<br />

Comunità Europea a Bruxelles si chiama Palazzo Carlomagno» (Caocci,<br />

vol. II, 1990, p. 34). Ciò dimostra, secondo Caocci, «come gli europei<br />

non abbiano dimenticato che con Carlo Magno l’Europa iniziò a<br />

ritrovare l’unità perduta col crollo dell’Impero Romano» (Caocci, vol. II,<br />

1990, p. 33). Non si trattava ancora, precisa Caocci, di un’unità politica<br />

duratura, perché anzi dalle rovine del sacro romano impero emersero<br />

numerosi stati, i quali – egli sottolinea – «nel corso dei secoli, fino a<br />

pochi decenni fa, non fecero che dilaniarsi a vicenda in una serie<br />

interminabile di guerre fratricide» (Caocci, vol. II, 1990, p. 33). Inoltre –<br />

leggiamo ancora – «l’unità realizzata da Carlo Magno fu conseguita con<br />

la forza delle armi e gli Europei si videro obbligati ad accettarla<br />

“dall’alto”» (Caocci, vol. II, 1990, p. 33), laddove oggi si cerca di<br />

realizzarla democraticamente e «dal basso». Ciò che tuttavia conta, per<br />

Caocci, è che Carlo Magno «“formò” l’Europa moderna, nel senso che<br />

diede agli abitanti del suo impero un’“idea di Europa”, la<br />

consapevolezza di essere europei e la certezza che, al di sopra delle<br />

divisioni e dei contrasti “nazionali”, c’era qualcosa di più saldo e di più<br />

durevole a unificarli: un comune ideale religioso e una comune civiltà»<br />

(Caocci, vol. II, 1990, p. 33). Era dunque, aggiunge Caocci, la coscienza<br />

di un’Europa che coincideva con la cristianità occidentale e che si<br />

contrapponeva «al mondo bizantino e al mondo arabo» (Caocci, vol. II, 1990,<br />

p. 34).<br />

Caocci conclude questa lunga scheda con un’osservazione in cui il<br />

passato preconizza un po’ troppo il presente: «non possiamo ignorare<br />

un’altra “coincidenza”: i sei Paesi che hanno dato vita alla Comunità<br />

(Belgio, Francia, Germania Federale, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi)<br />

costituivano, oltre mille anni fa, il nucleo del Sacro Romano Impero<br />

fondato da Carlo Magno...» (Caocci, vol. II, 1990, p. 34).<br />

Caocci sviluppa e amplia nella seconda scheda europeistica i temi<br />

della precedente: se in quella l’elemento comune era la cultura greca e<br />

in particolare la sua componente politica, la democrazia, in questa<br />

compare una «coscienza» che, secondo l’autore, è merito di Carlo<br />

Magno aver suscitato. Dall’esistenza di questa comune coscienza consegue<br />

che tutti i popoli europei sono fratelli (e infatti le guerre in cui<br />

si sono dilaniati a vicenda sono definite da Caocci «fratricide») e<br />

quindi il loro destino non può che essere l’unificazione e la pace,<br />

come Caocci ribadirà nel terzo volume, in un paragrafo intitolato<br />

L’unità europea: un cammino necessario (Caocci, vol. III, 1990, p. 353).<br />

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