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Untitled - Fondazione Giovanni Agnelli

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L’«idea di Europa» nel secondo dopoguerra (Caocci, vol. III, 1990, pp. 356-<br />

57):<br />

Le dittature che si erano affermate nel nostro continente all’indomani della Grande<br />

Guerra avevano costretto ad una brusca battuta d’arresto questo nobile ideale di pace e<br />

di collaborazione tra i popoli, ma in realtà la consapevolezza di lottare per una Nuova<br />

Europa costituì un’arma preziosa nelle mani degli uomini della Resistenza europea e<br />

italiana in particolare.<br />

«Bisogna prospettare fin d’ora alle masse popolari la convocazione di un’assemblea europea eletta<br />

dai popoli, che in assoluta parità di diritti e di doveri nomini il primo Governo Europeo e dia vita<br />

agli Stati Uniti d’Europa»: cosi scriveva nel 1935 il liberal-socialista Carlo Rosselli, poco<br />

prima che lo raggiungessero i sicari dei fascismo (cap. XIX). Nel 1943, in piena guerra,<br />

alcuni antifascisti italiani elaborarono il Manifesto di Ventotene nel quale, tra i<br />

compiti immediati del dopoguerra, si prospettava l’unità europea: «Il problema che in<br />

primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, e l’abolizione<br />

della divisione dell’Europa in Stati Nazionali. Se ci sarà un numero sufficiente di Europei che<br />

comprenderanno ciò la vittoria sarà nelle loro mani, poiché sarà l’ora di uomini nuovi, l’ora del<br />

Movimento per l’Europa Libera e Unita». Se gli italiani erano stati in prima linea a rilanciare<br />

l’europeismo, furono però altri Europei a offrire il primo esempio della sua<br />

realizzazione pratica: costretti all’esilio dall’invasione nazista dei loro Paesi, nel 1944 i<br />

governi del Belgio, del Lussemburgo e dei Paesi Bassi stipularono a Londra un trattato<br />

per la creazione di un’unione doganale: era il Benelux, che può quindi considerarsi la<br />

prima organizzazione europea che si proponesse una concreta collaborazione tra i<br />

Paesi membri.<br />

Al termine del secondo conflitto mondiale nacquero altre organizzazioni europeistiche,<br />

come il Movimento Federalista Europeo (1947). Queste associazioni poi<br />

confluite nell’Unione Europea dei Federalisti, organizzarono all’Aia il loro primo<br />

Congresso e costituirono uno stimolo per i vari governi. Nel 1948, infatti, la Francia,<br />

l’Inghilterra e i Paesi del Benelux davano vita all’UEO (Unione Europa Occidentale), per<br />

una migliore collaborazione sul piano politico, economico e militare; nello stesso anno<br />

sorgeva l’OECE (Organizzazione Europea di Cooperazione Economica), istituita dagli Stati<br />

«occidentali» per favorire l’attuazione del Piano Marshall (ERP).<br />

Gli «Anni ‘40», dunque, si concludevano con le prime realizzazioni concrete<br />

verso l’unificazione europea. Ben presto, però, ci si accorse che il Consiglio<br />

d’Europa era privo di reali poteri: ancora oggi, infatti consiste in un’Assemblea<br />

Consultiva e in un Comitato composti da parlamentari designati dai vari Parlamenti<br />

nazionali. Da più parti allora si invocò l’istituzione di organismi veramente soprannazionali,<br />

che potessero decidere liberamente senza i condizionamenti dei vari<br />

governi; e, come s’è visto nelle pagine precedenti, le iniziative in tal senso si<br />

moltiplicarono.<br />

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