Mehrsprachigkeit in Europa: Plurilinguismo in Europa ... - EURAC

Brunetto Chiarelli, Francesca Romana Tramonti
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Figura 4 Le famiglie linguistiche del Nuovo Mondo
Queste differenze non rispondono ai fatti e sono dovute a chi opera la classifi cazione.
Va detto prima di tutto che la conoscenza delle lingue del Vecchio Mondo è più completa
e consolidata di quella del Nuovo. Inoltre, le cartine si fondano sulla classifi cazione di J.H.
Greenberg (1987) il quale raggruppa le macrofamiglie in unità di livello superiore, i phyla,
che sono oggetto di contestazione. In particolare è contestata la sua classifi cazione delle
lingue ameridiane. A parte la famiglie eskimo-aleutina e na-dene, che sono unanimemente
riconosciute, egli raggruppa le altre famiglie restanti, che sono circa 150, nell’unico phylum
amerindio, con un criterio discutibile. Altrettanto discutibile è l’assegnazione in blocco delle
lingue della Nuova Guinea al phylum indo-pacifi co. La Nuova Guinea presenta una situazione
unica sotto più aspetti: a fronte di una popolazione che non supera i 4 milioni, sono state censite
circa 750 lingue, molte delle quali sono in attesa di descrizione e quindi di classifi cazione. La
frammentazione linguistica è ovviamente maggiore là dove i gruppi umani sono di piccola entità
e vivono in relativo isolamento. Questa ricostruzione statistica delle somiglianze fra lingue ha
ovviamente diversi limiti anche di tipo interpretativo.
3. Origine delle lingue e genetica delle popolazioni
Un nuovo impulso a superare i limiti nella ricerca dell’unità monogenica della lingue è venuto
dalla genetica delle popolazioni, che si propone di ricostruire l’albero genealogico delle
popolazioni umane sulla base della distribuzione e della differenziazione del DNA mitocondriale.
Le proprietà di questa porzione del DNA, che lo sottraggono alle leggi combinatorie che regolano
la trasmissione cromosomica dell’eredità, ne fanno un elemento basilare per la classifi cazione
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