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RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE DEL ... - Regione Lazio

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SCHEDA 6<br />

Gli standards qualitativi per le acque ad uso irriguo e la<br />

stima delle quantità<br />

La definizione di standard qualitativi per la classificazione delle acque impiegate ad uso irriguo è<br />

stata oggetto di attenzioni e ricerche negli ultimi trent’anni.Gli obiettivi sono stati finalizzati alla<br />

razionalizzazione ed al miglioramento delle attività gestionali e alla programmazione<br />

dell’utilizzo e della tutela della risorsa idrica. Il settore irriguo, che rappresenta il 60% dei<br />

volumi di acqua annualmente consumati, è, e deve essere, prioritariamente interessato alle<br />

attività tese ad un utilizzo razionale per la salvaguardia ed il risparmio di tale risorsa naturale<br />

limitata.<br />

Dai primi criteri di classificazione dei corpi idrici, di tipo funzionale, elaborati in ragione<br />

dell’utilizzo e della conservazione dello stato di qualità, si è giunti, in campo scientifico e<br />

normativo, all’adozione di criteri ecologici. Il mutamento del tipo di attenzione rientra nella più<br />

ampia strategia di sviluppo sostenibile intrapresa dalla comunità internazionale e dal nostro<br />

Governo con la sottoscrizione dei documenti conclusivi della conferenza delle Nazioni Unite per<br />

l’ambiente e lo sviluppo (UNCED, Rio de Janeiro 1992) e proseguita con trattati e documenti<br />

programmatici dell’Unione Europea. Nell’ambito del Piano Nazionale dello Sviluppo Sostenibile<br />

(dicembre 2000), predisposto su incarico del Ministero dell’Ambiente, la conservazione e l’uso<br />

sostenibile della diversità ecologica viene posta quale elemento essenziale di sviluppo. Criteri<br />

ecologici di classificazione delle acque, tesi non solo alla salvaguardia di tutti gli usi, ma anche<br />

al mantenimento di una vita acquatica bilanciata, rientrano senza meno in tali orientamenti di<br />

programmazione dello sviluppo sostenibile.<br />

Si ritiene opportuno sottolineare come, nell’ambito del citato Piano Nazionale di Sviluppo<br />

Sostenibile, l’attività agricola e la gestione delle risorse idriche siano considerati settori di<br />

intervento sensibili e prioritari ai fini dell’adozione di adeguate politiche di sviluppo e di tutela.<br />

Al riguardo viene evidenziato il problema della pratica irrigua che, come detto, assorbe la<br />

maggior parte della scarsa e spesso inquinata risorsa e a sua volta è spesso causa di inquinamento<br />

e di ulteriori danni all’assetto idrogeologico del territorio (subsidenza, ingressione salina,<br />

desertificazione, etc.). La vigente normativa sulla tutela e salvaguardia delle risorse idriche, non<br />

prevede alcun provvedimento normativo attinente all’impiego dell’acqua in ambito agricolo. La<br />

pratica irrigua è molto sviluppata nel <strong>Lazio</strong> in relazione alle condizioni climatiche, con periodi<br />

prevalentemente asciutti concomitanti con la stagione di sviluppo colturale ed interessa un<br />

territorio agricolo che risulta esteso su 606.978 ha cioè pari al 35% del territorio regionale totale.<br />

Si possono valutare, ottenendo dati abbastanza attendibili, i volumi utilizzati dagli agricoltori<br />

basandosi sull’approccio metodologico “colturale”, Tali dati pur non essendo totalmente<br />

esaustivi nella definizione dettagliata di tutto lo scenario agricolo, consentono comunque,<br />

mediante opportune valutazioni, di quantificare il range di fabbisogno entro il quale ogni singola<br />

coltura compie il proprio ciclo produttivo e di stimare le effettive esigenze irrigue su base<br />

colturale. Il quadro che ne è scaturito è rappresentativo delle caratteristiche produttive peculiari<br />

della <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>, con indicazioni specifiche sia in ambito provinciale che consortile.<br />

IDROSFERA<br />

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